Vincere la guerra al terrorismo e proteggere il Paese dai terroristi. Questi le priorità del presidente statunitense George W. Bush negli ultimi due anni del suo mandato alla Casa Bianca. Il presidente lo ha dichiarato pubblicamente oggi, al termine di una riunione con il suo esecutivo, alla vigilia dell'insediamento della nuova maggioranza democratica alla Camera e al Senato. Anche se dovrà inevitabilmente scendere a compromessi con il nuovo Congresso, il presidente repubblicano ha ribadito la sua agenda tradizionale fatta di rigore fiscale e tagli delle tasse. Ha inoltre promesso una legge finanziaria severa per il mese prossimo con l'obiettivo di riportare in equilibrio il bilancio federale entro il 2012.
«Il Congresso è cambiato ma i nostri impegni nei confronti degli americani non lo sono», ha detto George W. Bush. «Dobbiamo spendere in modo saggio i soldi della gente. Spero che repubblicani e democratici trovino terreno comune per lavorare in modo costruttivo per il nostro Paese», ha aggiunto il presidente Usa. Da quando i democratici hanno conquistato il Congresso, vincendo le elezioni di mid-term del novembre scorso, l’inquilino della Casa Bianca ha moltiplicato gli appelli alla necessità di trovare «soluzioni bipartisan per il bene del Paese». Di una cosa comunque, il presidente rimane convinto: la necessità di tagli fiscali permanenti per favorire la crescita economica. «Abbiamo bisogno – ha spiegato Bush - di riformare la sicurezza sociale e il sistema sanitario, in modo da consentire alle giovani generazioni di beneficiare di questi programmi senza portare l'economia alla bancarotta».
Il presidente americano non ha voluto dire nulla sulle polemiche seguite all'impiccagione di Saddam Hussein di sabato scorso, che potrebbero provocare una nuova escalation di violenze rendendo ancora più difficile il compito delle truppe americane nel Paese. I vertici militari Usa e la rappresentanza diplomatica a Baghdad - ha ricordato il portavoce della Casa Bianca Scott Stenzel - hanno espresso preoccupazione per la tempistica dell'esecuzione dell'ex presidente iracheno e «per la maniera in cui si è svolta».