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Davos: bene la crescita, ma rischi da immobiliare e tassi

P. F.

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24 gennaio 2007

Wef annual meeting 2007

L'ottimismo è di rigore a Davos - dove è iniziata mercoledì 24 gennaio la riunione annuale del World Economic Forum (Wef) - anche se non manca qualche voce dissenziente che parla dei rischi soprattutto sul settore immobiliare, per i tassi d'interesse e il prezzo del petrolio.

La Svizzera è sotto la neve e le abbondanti precipitazioni hanno mandato in tilt il traffico aereo e quello stradale: nessun elicottero può decollare per l'esclusiva località di montagna (a 1.560 metri di altitudine) e, a causa del maltempo, anche il cancelliere Angela Merkel, attesa a Davos per l'apertura ufficiale del Forum, ha dovuto partire da Zurigo in automobile.

«Il 2007 potrebbe essere un altro anno da favola», ha esordito Laura Tyson, già consigliere economico dell'Amministrazione Clinton e ora docente all'Università di Berkeley. «Stiamo assistendo a un ribilanciamento degli squilibri mondiali e la crescita prosegue a un tasso del 2-2,25% in Usa, Giappone ed Europa», ha rassicurato Laura Tyson. Comprensibilmente ottimista anche Min-Zhu, vice-presidente della Bank of China, per il quale l'economia cinese continuerà a crescere a tassi del 10%, superando i propri squilibri. La voce fuori dal coro è stata quella dell'economista e professore all'Università di New York Nouriel Roubini, per il quale il «soft landing», cioè l'atterraggio morbido dell'economia Usa, non è garantito.

I rischi vengono dai prezzi delle case, perché la recessione sull'immobiliare secondo l'economista sta peggiorando, dall'aumento dei tassi d'interesse che sta innescando l'inizio di un «credit crunch» e dal fatto che a 55 dollari il barile il petrolio è ancora troppo elevato. «C'è troppo compiacimento sui mercati finanziari», ha ammonito l'economista. Montek Ahluwalia, vice presidente della commissione indiana per la pianificazione, ha messo in dubbio l'impatto di un eventuale rallentamento dell'economia Usa sui Paesi asiatici, perché c'è un maggiore grado di indipendenza rispetto al passato: «Ora c'è un decoupling, speriamo sia strutturale, aspettiamo e lo vedremo».

Roubini l'anno scorso al Forum di Davos aveva ipotizzato il rischio dell'uscita dell'Italia dall'euro, alimentando su questo un battibecco con l'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «È sulla giusta direzione, deve proseguire sulla strada delle riforme» ha affermato Roubini (che Tremonti aveva definito «Houdini» per sostenere che le sue tesi erano non reali) non nascondendo che queste vanno fatte d' intesa con i sindacati. «Padoa Schioppa - ha aggiunto sull'attuale ministro - è un economista di alto livello, con una buona reputazione. E credo che stia facendo le cose giuste».

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