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Desaparecidos, arrestata (e subito rilasciata) l'ex presidente dell'Argentina Isabelita Peron

Ri.Ba.

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13 gennaio 2006

Isabel Martinez Peron (Foto Afp)Raul Acosta, giudice federale argentino di San Rafael, località in provincia di Mendoza, 1.000 chilometri ad ovest di Buenos Aires, ha spiccato ieri un mandato internazionale di arresto nei confronti dell'ex presidente del Paese, Isabel Martinez Peron (1974-1976), per la scomparsa, nel marzo del 1976, di un oppositore politico di sinistra residente nella zona.
Lo ha reso noto l'agenzia di stampa statale Telam, secondo la quale un altro magistrato argentino, il giudice Norberto Oyarbide che, nell'ambito delle sue indagini sulla 'Triplice A’ - il gruppo di estrema destra che, durante il governo di Isabel, ha ucciso diverse centinaia di oppositori di sinistra - dopo aver spiccato quattro mandati di arresto, due dei quali già eseguiti, ha avvertito che potrebbe citare l'ex presidente.
I legali della vedova di Juan Domingo Peron che, da quando è stata defenestrata dal golpe del 1976, risiede a Madrid, hanno espresso «sorpresa» per la decisione, non scartando peraltro l'ipotesi che lei possa presentarsi di propria volontà davanti al giudice.
Agenti dell'Interpol presso il Commissariato generale della polizia giudiziaria spagnola hanno arrestato ieri sera Isabelita mentre si trovava nella sua residenza di Villanueva de la Canada, una località nei pressi di Madrid. Il giudice dell' Audiencia Nacional Juan del Olmo, a disposizione del quale Isabel Peron è stata messa, ha raccolto le sue prime dichiarazioni e poi, su richiesta della stessa procura, l'ha rimessa in libertà, evidentemente non ritenendo che esistessero seri pericoli di fuga.
«È una decisione della giustizia e non spetta a me parlare del tema», ha detto al 'Clarin' il presidente argentino Nestor Kirchner. Che ha aggiunto: «Se qualcuno pensa che, in questo modo, si possano frenare i processi per violazione dei diritti umani durante la dittatura, si sbaglia di grosso». Ha poi precisato: «Se dei giudici credono che c'è stato del terrorismo di stato anche prima del golpe del 1976, i responsabili dovranno essere processati».

A questo mandato potrebbe aggiungersene un altro da parte del giudice di Buenos Aires, Norberto Oyarbide per il suo presunto coinvolgimento nei misfatti compiuti nello stesso biennio dall' Alleanza anticomunista argentina (AAA).
È il nocciolo della questione. Che, però, suscita opinioni diverse sia all'interno dei settori di sinistra filogovernativi che tra quelli di destra all'opposizione.
«Eccellente», è sbottata Hebe Bonafini, l'irruente titolare delle Madri di Plaza de Mayo, in merito all'arresto di Isabelita. «Dovrebbero incarcerare anche i suoi ex ministri, Carlos Ruckauf e Antono Cafiero», ha aggiunto, in riferimento al fatto che Isabel è stata fermata per aver firmato con loro nell'ottobre del 1975, tre decreti che autorizzavano le Forze armate ad «annientare i sovversivi in tutto il Paese».
Della stessa opinione è anche il Premio Nobel per la Pace 1980, Adolfo Perez Esquivel. Ma Horacio Verbitsky, responsabile del Cels, e ritenuto vicino a Kirchner, ha definito «molto strana» la decisione di Acosta. E ha aggiunto: «È tutta da dimostrare la sua responsabilità nel sequestro che le viene imputato, solo perchè ha firmato i decreti».
Il magistrato, però, si è detto «soddisfatto» del fermo e e anticipato: « Sto lavorando per ottenerne l'estradizione».
Quanto alla destra, alcuni media oppositori di Kirchner gongolano poichè, con i processi di Acosta e Oyarbide, si potrebbe arrivare a far emergere che il terrorismo di stato, messo in atto dai militari dopo il golpe del 1976 ha avuto i suoi prodromi nello stesso periodo in cui era al potere Juan Domingo Peron. È quanto ha sostenuto in un editoriale il quotidiano conservatore 'La Nacion'.
Secondo il giornale, infatti, «dietro la revisione del passato tragico del Paese, compresi gli eventuali eccessi durante il governo peronista dal 1973 al 1976, al di là delle misure di due giudici, vi è una chiara decisione politica del governo». Il ministro degli interni Anibal Fernandez peraltro ha ribadito: «Quando Kirchner ha assicurato che non aveva patti di impunità con nessuno, intendeva tutti, la signora Peron compresa».
In pratica, un apparente semaforo verde perchè si indaghi a fondo anche sul governo peronista dal 1973 al 1976. Durante il quale, oltre al migliaio di omicidi della AAA, vi sarebbero, ha puntualizzato il giudice Acosta, almeno 600 'desaparecidos'.

Come riporta il quotidiano spagnolo El Mundo, la magistratura argentina indaga in particolare sulla sparizione del giovane Hector Fagetti Gallego, arrestato il 25 febbraio del 1976, detenuto in due caserme dell'esercito e visto l'ultima volta il 10 marzo.
Martinez viene ritenuta responsabile in quanto capo dello Stato nel momento in cui vennero applicati i decreti per la lotta contro la "sovversione", che davano ampi poteri alle forze armate e alla polizia; indagati anche sei Ministri del governo.
Da notare che gli stessi decreti vennero citati dalla successiva giunta militare per giustificare la repressione condotta durante la dittatura (1976-1983), nella quale - stando ai dati ufficiali - scomparvero nel nulla almeno 18mila persone.
Al di là però delle difficoltà giuridiche per dimostrare la responsabilità di Isabelita («I presupposti per la sua estradizione non sussistono», ha assicurato l'avvocato Ricardo Monner Sans, da anni autore di molte denunce per la violazione dei diritti umani durante la passata dittatura), sembra anche improbabile che, indagando la AAA, si arrivi a Peron.

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