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Polveriera medio-orientale
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14 giugno 2007
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Continuano le violenze a Gaza. Stamattina miliziani di Hamas hanno bombardato un vasto complesso militare appartenente alla Forza Preventiva, il corpo principale di sicurezza dell'Autorità Nazionale Palestinese controllato da al Fatah. Il bombardamento è iniziato dopo che il gruppo radicale aveva intimato di arrendersi a chi si trovava all'interno. Gli operatori sul posto non sono ancora in grado di fornire un bilancio dell'esplosione. Intanto il segretario generale dell'Organizzazione della Conferenza Islamica, Ekmeleddin Ihsanoglu, si è detto contrario al dispiegamento di una forza multinazionale a Gaza per fermare i combattimenti tra i Palestinesi.
E in giornata è arrivata anche la ferma condanna da parte delle Nazioni Unite dell'attacco terroristico avvenuto ieri in Libano: è almeno di dieci vittime il bilancio dell'esplosione di un'autobomba avvenuta ieri pomeriggio sul lungo mare di Beirut, nella zona occidentale della città. Tra i morti accertati il deputato libanese Walid Eido, della maggioranza anti-siriana, probabile obiettivo dell'attacco, il figlio e le due guardie del corpo. Eido è il terzo esponente del cartello anti-siriano eliminato con un attacco dinamitardo in Libano nell'arco di due anni. Si aggravano intanto gli scontri nella striscia di Gaza fra gli esponenti di Hamas e di al Fatah. Militanti di Hamas hanno fatto esplodere il quartier generale della Sicurezza preventiva, fedele a Fatah, a Khan Yunis, nel sud della regione, dopo aver scavato un tunnel sotto il complesso e averlo riempito di esplosivo. La deflagrazione avrebbe provocato tre morti, che si aggiungono alle 55 vittime dei combattimenti iniziati quasi una settimana fa. Nella giornata di ieri, che per la Palestina è stata la più sanguinosa degli ultimi mesi, militanti armati di Hamas avevano attaccato il quartiere generale delle forze di sicurezza di al Fatah a Gaza, subito dopo la scadenza dell'ultimatum lanciato la mattina stessa. E ora al Fatah ha deciso di sospendere la sua partecipazione al governo di coalizione formato con Hamas fin quando proseguiranno i combattimenti. Ieri il presidente palestinese Abu Mazen aveva lanciato un appello per un immediato cessate il fuoco tra i miliziani dei due movimenti, che però è rimasto inascoltato. Da qui la decisione di lasciare il governo. «Se gli scontri continueranno - ha detto il presidente - saremo costretti a prendere le misure necessarie il più presto possibile». «Adesso siamo entrati in una fase offensiva. Non si tratta più di auto-difesa » ha dichiarato un portavoce delle brigate di al-Aqsa, movimento vicino ad al Fatah, allertando i suoi membri. Alcuni di essi, ieri sera hanno attaccato la sede della televisione di Hamas a Ramallah, arrestando tre persone. Oggi è stato diffuso un rapporto "confidenziale" dell'inviato speciale delle Nazioni Unite, Alvaro De Soto, datato 5 maggio 2007, nel quale il Quartetto dei emdiatori per il Medio Oriente, formato da Stati Uniti, Russia, Onu e Unione Europea, viene criticato per i fallimenti della diplomazia in Medio Oriente: De Soto ha condannato anche il boicottaggio attuato nei confronti del governo palestinese a seguito della vittoria di Hamas nelle elezioni politiche del gennaio 2006. Ma i rappresentanti dei paesi mediatori hanno già reso noto che si riuniranno al Cairo il 26 e 27 giugno.
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