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Allarme demografico di Pechino: non ci sono abbastanza donne

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23 agosto 2007


La popolazione cinese cresce in modo squilibrato: oggi nascono 119 maschi ogni 100 femmine, una proporzione ben al di là della media mondiale di 103-109 maschi per 100 femmine. L'allarme è stato lanciato di nuovo dalle autorità cinesi, in questi giorni intente a studiare il problema in una conferenza nazionale sulla pianificazione delle nascita.


Attualmente gli uomini in età da matrimonio, fra i 20 e i 45 anni, superano le donne di 1,8 milioni, e nel 2020 saranno tre milioni in più. "Da quando la politica per la pianificazione delle nascite è stata lanciata negli anni '80, il disequilibrio fra i sessi non è mai diminuito, anzi la Cina è il Paese con il più alto disequilibrio al mondo, e ciò influisce sulla stabilità sociale e sulla costruzione di una società armoniosa", ha detto il direttore della Commissione nazionale per la Popolazione e la Pianificazione delle nascite, Zhang Weiqing.


La mancanza di donne, in una società tradizionalista come quella cinese dove la famiglia ha un'importanza cruciale, è uno dei fattori di aumento della criminalità: dalla violenza alla pornografia, dai matrimoni illegali al traffico di donne, fra città e campagne o in provenienza da altri Paesi, come è il caso della Corea del Nord. Impedire la scelta del sesso dei bambini alla nascita è uno sforzo a cui il governo ha dedicato attenzione negli ultimi anni.


Il vice direttore della Commissione Leglislativa del Consiglio di Stato, Zhu Yongqing, ha detto che nel 2007 il governo ha approvato un regolamento per vietare analisi per conoscere il sesso del nascituro e l'interruzione di gravidanza non a fini medici, e ha rafforzato il controllo su ospedali, cliniche e farmacie.


Ma nonostante sia vietata l'ecografia resta largamente in uso, specialmente nelle zone rurali. Assicurarsi che l'unico figlio sia un maschio è ancora prioritario nelle campagne, dove, in mancanza di qualsiasi sistema di protezione sociale o di assistenza pensionistica, la sussistenza dell'intera famiglia dipende dalle generazioni più giovani.

Anche se, in deroga alla politica del figlio unico, è possibile, nelle zone rurali, avere un secondo figlio qualora il primo sia femmina, la selezione resta ancora forte. Da qui le campagne di educazione promosse dal governo, "ama le bambine" o "nuova educazione matrimoniale", per rivalutare il ruolo delle donne all'interno della società.

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