«La candidatura di Smirne per l'Expo 2015 è un impegno nazionale, una meta a cui tende con orgoglio tutta la Turchia. C'è una forte consapevolezza e una forte coesione, tra i miei concittadini e tra tutti i turchi, sul fatto che questa è una grande occasione di sviluppo per tutto il Paese. E non intendiamo lasciarcela scappare». Aziz Kocaoglu, sindaco di Izmir (Smirne), citta sull'Egeo di 3,5 milioni di abitanti, è sicuro di farcela quando arriverà il momento del fatidico voto per scegliere tra Milano e la città turca, perché la maggioranza degli Stati che fanno parte del Bureau International des Expositions (e non solo gli emergenti, o quelli a maggioranza della popolazione di religione islamica) diranno sì a una città che vuole crescere rispetto a chi il proprio cammino verso lo sviluppo lo ha già percorso da un pezzo.
«L'Expo 2015 è un progetto governativo, e tutti noi ne siamo coinvolti completamente» spiega ad Ankara Nukhet Hotar Goksel, del comitato centrale dell'Akp, il partito al potere, nonché deputato per la circoscrizione di Smirne. «Chi spera in difficoltà di buoni rapporti tra noi e Ankara sbaglia di grosso», spiega il primo cittadino di Smirne. Il Governo centrale ha promesso di stanziare i fondi necessari per una nuova sede fieristica a Gazientir, tra l'aeroporto e la città, ampliamenti delle strade e delle ferrovie, un nuovo aeroporto, sebbene il partito al potere ad Ankara sia l'Akp, islamico moderato appena uscito vincitore con il 46,7% dalle elezioni politiche, mentre a Smirne primeggia il Chp, partito di sinistra e laico, all'opposizione al Parlamento centrale. In questo, Milano e Smirne hanno lo stesso destino: un esecutivo centrale di colore diverso da quello locale, con tutti i problemi che ne derivano in fatto di sintonie ideologiche e di gelosie politiche.
Decisione a marzo dell'anno prossimo
«Se la città sul Mar Egeo sarà scelta dalla maggioranza dei 101 Paesi del Bureau international des Expositions di Parigi nel marzo 2008, sarà la grande occasione per usufruire delle sue potenzialità di sviluppo, e grazie all'esposizione universale potrà finalmente farlo, crescere e ottenere il posto al sole che le compete», spiegano alla Camera di Commercio. La città ha infrastrutture nettamente inferiori a quelle milanesi: un'area fieristica che attualmente si estende su soli 56mila metri quadri all'esterno e 23 mila metri quadri al coperto. Ma è prevista la costruzione di un nuovo polo espositivo che, esattamente come avviene per la rivale Milano, si collocherà a metà strada tra l'aerostazione e la città.Anche l'aeroporto, modernissimo (ha solo 9 mesi di vita) viaggia su ritmi di traffico decisamente più bassi rispetto agli scali milanesi: ogni anno transitano dall'aeroporto di Smirne 3,5 milioni di viaggiatori, ma il sindaco Kocaoglu prevede che, se arriverà il via liberà per l'Expo 2015, se ne costruirà «uno nuovo da 50 milioni di passeggeri all'anno», il doppio di Malpensa. Non bisogna dimenticare che a Smirne il turismo è un'industria fiorente, la città si trova infatti nel cuore di area archeologica ricchissima di reperti, tra cui la Casa di Maria, il luogo dove Papa Ratzinger ha celebrato messa nel suo recente viaggio in Turchia.
La metropolitana leggera, tra percorsi costruiti all'aperto e percorsi sotterranei (22 chilometri), totalizza oggi 90 chilometri di strada ferrata, a cui se ne aggiungeranno altri 7 sotto il mare. Smirne infatti vuole dotarsi di un avveniristico treno sotto le acque, esattamente tra le due punte del golfo, che congiungerà la località di Bostanli a Inciralti. Un progetto della metropolitana sottomarina è il fiore all'occhiello di tutto il pacchetto di opere, che potrebbe utilizzare aiuti anche dall'estero: sul piatto ci sono 20 miliardi di dollari di investimenti internazionali, tra pubblici e privati, che andrebbero ad aggiungersi al miliardo del Comune e ai fondi, ancora da stabilire, del Governo centrale.
Orgoglio e mobilitazione nazionale
Ma non mancano altri punti di orgoglio: i venti alberghi a cinque stelle, per un totale di 30mila stanze, e le cinque università (di cui due private). Molti dicono tuttavia che la ricezione alberghiera sia il vero tallone d'Achille della città, che in caso di assegnazione dell'Expo 2015 non avrebbe i numeri per reggere l'arrivo del fiume di visitatori che si verifica in occasioni di una tale importanza. Altro punto critico le proteste delle associzioni ambientaliste, che si oppongono al progetto di collocare i padiglioni dell'Expo nell'area di Inciralti, una spledida penisola, che qui chiamano la laguna, ai limiti del Golfo. «Su un totale di 470 ettari dell'area, 200 saranno dedicati all'Expo, rispettando l'ambiente, costruendo con cubatura bassa vicino alle rive, privilegiando percorsi pedonali tra il verde, e lasciando gli edifici più alti nelle zone più interne», assicura il sindaco. Ma molti verdi non sono soddisfatti delle assicurazioni dell'amministrazione comunale, e sono sul piede di guerra.
Infine ci sarà la Tav, la rete per il treno a gran velocità che collegherà la città a Istanbul, il centro finanziario del Paese, alla capitale Ankara e alle altre zone della costa egea. «L'Expo è progetto per cui lavoriamo dal 1992, un obiettivo su cui abbiamo investito molto e su cui crediamo molto», dice Ekrem Demirtas, presidente della Camera di Commercio, la seconda del Paese per importanza, nonché influente imprenditore locale. La sfida è lanciata, e la determinazione non manca: non sarà facile battere Smirne.