HERZLIYA - Hamas e Fatah, le due principali fazioni palestinesi, si fanno la guerra anche a colpi di videoclip. Entrambe le organizzazioni hanno trasmesso, sulle rispettive televisioni, dei video propagandistici con pesanti accuse nei confronti dei rivali nella lotta per la supremazia nei Territori. Entrambe si presentano, al pubblico palestinese, come i soli difensori della religione e accusano il movimento rivale di avere mistificato l'Islam.
Secondo Palestinian Media Watch, l'organizzazione di Gerusalemme che monitora tutto ciò che viene pubblicato o messo in onda sui media palestinesi, questo scambio di accuse è un segnale della crescente influenza dell'Islam nella società palestinese. Hamas si spinge fino a insinuare che i membri di Fatah sono degli "infedeli". Gli uni accusano gli altri di aver dissacrato il Corano. L'accusa non è da poco, se si pensa alle proteste che scoppiarono nel 2005 dopo le accuse ai soldati americani di Guantanamo di aver dissacrato il testo sacro per i musulmani.
Il video anti-Hamas prodotto da Fatah, il partito di Abu Mazen che ha perso il controllo della Striscia di Gaza dopo il golpe degli islamici, mostra immagini del saccheggio di una moschea di Gaza da parte dei miliziani di Hamas. Ci sono anche interviste con membri del Jihad Islamico che erano nella moschea e che sono stati feriti nel corso dell'attacco e perfino l'immagine di un uomo morto. "Questi erano i guardiani della moschea. Osserva cosa hanno fatto loro!" recita una scritta in arabo che compare sulle immagini, presentandoli al pubblico come martiri dell'Islam. Le telecamere indugiano sulle macchie di sangue rimaste sul pavimento della moschea e su una copia del Corano sulla quale sono caduti (o sono stati messi di proposito a fini propagandistici?) proiettili e granate. "Di chi sono queste granate?" recita una scritta in arabo. L'accusa implicita è rivolta ad Hamas, colpevole di aver dissacrato il Corano. E ancora: "Guarda cosa è successo al Centro d'Insegnamento del Corano". Nel complesso, il video non è di gran qualità.
Il video anti-Fatah prodotto da Hamas, invece, é più accattivante. Si apre con la scritta "messaggio alle gangs criminali della Cisgiordania occupata" (cioè a Fatah, che conserva ancora il potere in Cisgiordania) e si presenta sotto forma di cartone animato di alta qualità. Gli uomini di Fatah sono rappresentati come ratti ripugnanti, corrotti e dissacratori della religione. In una scena bruciano testi islamici e lo stesso Corano. In un'altra strappano il velo dal viso di una giovane donna. In un'altra ancora sparano colpi di mortaio contro il minareto di una moschea. Finché arriva Hamas, rappresentato come un leone maestoso che ricorda quello disneyano di "Lion King". Il suo compito é difendere l'Islam e sconfiggere i topi di Fatah che naturalmente soccombono sotto le sue zampate.
L'ultima foglia gialla (il colore di Fatah) si stacca da un albero e al suo posto ne nasce una verde (simbolo di Hamas, la cui bandiera è verde). Tocca ad Hamas governare per conto dell'Autorità Palestinese (successivamente, accanto al leone, compare infatti la bandiera palestinese). Il videoclip termina con un verso del Corano: "Se voi tornate, noi ritorneremo" (Sura 17,8). Ovvero, "se voi ritornate (a peccare), noi torneremo (per punirvi)" e prosegue con l'avvertimento "l'Inferno si chiuderà sugli infedeli" (cioe' Fatah). "In un contesto come quello che vede oggi Hamas e il Jihad Islamico a Gaza, i palestinesi stanno causando un enorme danno alla loro reputazione e alla loro causa", commenta Bassem Eid, fondatore e direttore del Palestinian Human Rights Monitor Group. Per Bassem, palestinese che vive a Gerico, in Cisgiordania, il suo popolo dovrebbe "essere più consapevole ed evitare di farsi usare dagli altri". Per altri, ci spiega, intende Hamas, ma anche Bin Laden (Al Qaeda) e l'Iran. "Quello che Hamas sta facendo oggi a Gaza é solo la politica estera e l'agenda dell'Iran, piuttosto che le priorità della gente palestinese nei territori occupati." Tuttavia, aggiunge, "non c'è pericolo che quello che è accaduto a Gaza possa ripetersi in Cisgiordania, perché in Cisgiordania c'é il deterrente dell'occupazione israeliana". Bassem si arrende all'idea di due entità, una nella Striscia di Gaza e l'altra in Cisgiordania. "Non penso che noi palestinesi saremo più in grado di collegare Gaza alla Cisgiordania".