Un ricordo sofferto
«A volte mi riconosco in quel personaggio,altrevolteno».Paolo Nespoli non ama parlare di sé come ispiratore di Angelo, ilsoldato italiano tra iprotagonisti di «Inschallah».Fu in Libano nel 1982,sergente maggioredella Folgore,che incontrò Oriana Fallaci, e fu lei che gli disse:«Se vuoi fare una cosa, anche l'astronauta, ci devi provare».
«Inshallah»
«La notte i cani randagi invadevano la città...forse non esistevano perché non erano cani, bensì fantasmi di cani che si materializzavano con il buio per imitare gli uomini da cui erano stati uccisi».Il racconto di Beirut dilaniata dalla guerra civile è solo uno degli obiettivi di«Inschallah» (a fianco la copertina del libro, pubblicatonel1990). C'è la descrizione giornalisticamente impareggiabile del massacrodi 241marines americani e di 56 parà francesi compiutadai«Figli di Dio»;le mille storie delle vittime sconosciute delconflitto;la morte e la speranza.Ma soprattutto c'è il contingente italianoche ha partecipato a quella tragedia, cercando quanto meno di attenuarla.Dall'estate1982al marzo1994 si sono avvicendati in Libano 8.345 italiani.
Tra cronaca e romanzo
«Inschallah» non è una storia vera e si dipana per unperiodo più breve. OrianaFallaci tuttavia si serve della realtà che ha raccontato da giornalista, dei personaggi conosciuti soprattutto del contingente italiano - fra loro «Condor»,il nome in codice del generale Franco Angioni (nella foto), per costruire una tramache cammina su una linea sottile fra cronaca e romanzo.
