Accordo firmato per il rinnovo del contratto degli oltre 200 mila lavoratori dei ministeri.
Dopo quasi due anni di trattative, l'Aran (che contratta per conto del Governo) e i sindacati hanno raggiunto ieri sera un'intesa che prevede un aumento medio a regime di circa cento euro per il
biennio 2004-2005: 90 euro sul salario tabellare, mentre 10 euro saranno destinati alla produttività. Le parti hanno anche concordato di aumentare il valore dei buoni pasto, fermo dal 1996 a 4,65 euro, e che ora sale a sette euro.
Per la decorrenza dell'aumento sono state previste tre tranche: gennaio 2004; febbraio 2005; 31 dicembre 2005. In questo modo potranno anche essere utilizzate le risorse aggiuntive stabilite con il patto di maggio raggiunto a Palazzo Chigi tra Governo e organizzazioni sindacali. Queste ultime esprimono soddisfazione per l’accordo, pur sottolineando come l'intesa sia arrivata quasi alla scadenza del contratto. Per il segretario generale della Fp-Cgil, Carlo Podda, l'accordo è il risultato di una forte mobilitazione dei lavoratori, la quale ha prodotto anche il significativo aumento dei buoni pasto per la categoria, pari a 40 euro mensili. Soddisfatto anche il segretario della Uil P.A. Salvatore Bosco, mentre quello della Fps-Cisl, Rino Tarelli, parla di un’intesa che chiude una vertenza lunghissima. «I risultati sono apprezzabili - ha osservato - anche perché si risolvono questioni che da tempo aspettavano una soluzione come la difesa del potere d'acquisto del salario tabellare, senza trascurare la quota sulla produttività».
Positivo anche il commento del segretario generale della Flp, Marco Carlomagno, mentre le rappresentanze di base del pubblico impiego, che a maggio non firmarono l'accordo a Palazzo Chigi, hanno confermato la loro opposizione anche all'intesa per i ministeri. «Non firmeremo l'accordo così come non abbiamo firmato il patto di maggio - ha affermato Giuliano Greggi, responsabile del comparto ministeri per il sindacato - perché ci sono elementi addirittura peggiorativi rispetto a quell'intesa. Usare parti del salario accessorio già in godimento presso i singoli ministeri significa svuotare la contrattazione integrativa». Le rappresentanze di base hanno quindi annunciato un presidio davanti al ministero dell'Economia per venerdì prossimo.
Apprezzamento per l’accordo nella serata di ieri è stato espresso anche dal ministro per la Funzione pubblica, Mario Baccini, dopo che si è sbloccato il nodo riguardante la rivalutazione dei buoni pasto. L'aumento a sette euro è stato giudicato dal ministro «un risultato significativo».