Speciali in evidenza
Speciale Smau
Speciale ambiente
Speciale scuola
Speciale Auto
Un anno di rincari
Speciale mutui
Voli low cost
Speciale ETF
Studi di settore
Risparmio energetico
Auto & fisco
Navigatori GPS
Musica Mp3
Guida alle facoltà
Come risparmiare
XV Legislatura
shopping 24

Servizi

Il Sole Mobile

Servizi Ricerca

Economia e Lavoro

ARCHIVIO »
Un pozzo petrolifero dell'Eni in Val d'Agri e, sotto, il Centro Olio a Viggiano, in provincia di Potenza

27 ottobre 2006

In Basilicata dove non sanno come spendere i soldi del petrolio

di Luca Benecchi

A vegliare sui pozzi dell'Eni c'è il santuario della Madonna di Viggiano. Nera anche lei, come il petrolio. Da lassù, in cima al paese, a quasi mille metri d'altezza,si domina l'antico scenario della Val D'Agri. Dove l'Appenino lucano si appoggia sulla Calabria. In mezzo a foreste che nel Ventennio davano il legname per i calci dei fucili delle campagne d'Africa. E poi i laghi.E il petrolio appunto. Un sacco.Dopo anni di polemiche e battaglie, sull'oro nero in Basilicata sembra calato il silenzio. «Bella vista, no?». Il sindaco di Viggianoè un ingegnere quarantenne e guarda nel fondo valle il luccicante impianto di prima lavorazione del greggio, il Centro Olio.I tubi e la ciminiera,una macchia d'argento nel verde.Il municipio è proprio sulla piazza, a ridosso del santuario. Giuseppe Alberti è forse il primo cittadino più invidiato d'Italia. Grazie alle royalties, infatti, nelle casse comunali arriveranno parecchi soldi. Neanche lui ancora sa bene quanti. Con i primi denari a Viggiano non s'è badato a spese. Allora ecco la ristrutturazione dello stadio con annesso inutile sottopasso pedonale che finisce nei campi incolti. O le nuove insegne delle vie iscritte sul marmo.In molti si rifaranno la facciata di casa a costo zero.
«Ora qui vogliono anche la piscina coperta. Sono gelosi degli hotel. "Perchè noi no?" mi dicono. E allora faremo anche questo ». Intanto il contatore giornaliero dei barili di petrolio estratti dall'Eni a Viggiano gira senza sosta. Il 19 ottobre superava quota 86mila. Dall'inizio dello sfruttamento del giacimento, nel 1997, ne sono stati trasportati a Taranto (via oloedotto) più di 25 milioni di barili. L'impressione è che in Basilicata la festa dell'oro nero sia soltanto agli inizi.È di qualche settimana fa un secondo accordo firmato dal governatore della Basilicata, Vito De Filippo, con i francesi della Total per lo sfruttamento di un altro giacimento, quello di Tempa Rossa in Val Camastra. In prospettiva si tratta di una vera e propria pioggia di denari. Nel 1999, per decisione dell'allora ministro dell'Industria Pierluigi Bersani, lo Stato preferì cedere tutti i diritti di royalties (il 7% degli incassi derivanti dalla vendita del petrolio)alla Basilicata. Ma a quanto ammontano queste royalties? Facciamo i conti.Se il 19 ottobre si sono estratti circa 86mila barili di greggio ad un prezzo medio di 58 dollari,l'incasso stimato è intorno ai 4,988 milioni di dollari. In euro (un dollaro = 0,79 euro) si superano di poco i 3,95 milioni.Il cui 7%è poco più di 276mila euro al giorno. In un anno, dunque,le royalties ad appannaggio degli enti locali raggiungerebbero quota 100 milioni e 740mila euro.In vent'anni (stima del tempo di sfruttamento del giacimento) vogliono dire più di due miliardi di euro. L'ingegner Alberti lo sa e mostra segni di preoccupazione. Tutti questi denari non arriveranno certo solo a lui. L'area a cui sono destinati gli interventi previsti nel Programma operativo definito dalla Regione riguarda trenta Comuni della Valle.«Fra qualche anno non sapremo più cosa fare di questi soldi.Non è che ogni anno si può rifare la pavimentazione. A noi —racconta —servirebbero 50 posti di lavoro per risolvere il problema della disoccupazione. Ma le confesso che nessuna azienda del mio paese ha fatto domanda per l'ultimo bando finanziato con i ricavi del petrolio ».
La chiave del rebus petrolio sta a sessanta chilometri da qui. A Potenza, nei moderni palazzi della Regione Basilicata. Cosimo Latronico, di Forza Italia, era il candidato del centrodestra che ha conteso senza successo la vittoria al governatore De Filippo. Ora, da capo dell'opposizione, spulcia il dossier Val d'Agri. Con la matita sottolinea le cifre ancora espresse in lire. «Nessuno sviluppo, solo spese che alimentano spese» ripete. Dei primi 46,4 milioni versati dall'Eni a titolo di compensazione ambientale, circa 33 milioni se ne sono andati per pagare i 5mila forestali della regione. Qualcosa è stato destinato agli emigrati lucani in Argentina e in borse di studio per gli universitari. Niente sistema di monitoraggio e niente osservatorio ambientale. E nessuna traccia della società energetica regionale che doveva utilizzare il gas estratto con il petrolio.Solo la metanizzazione dei Comuni è stata quasi portata a termine. Lo strumento individuato dalla regione Basilicata per utilizzare gli incassi delle royalties è il«Programma operativo della Val d'Agri» finanziato con 350 milioni di cuicirca la metà con i proventi dell'estrazione e l'altra metà con un prestito alla Bei. Ma le ricadute economiche promesse stentano a farsi vedere, anche perché gli impiegati nei pozzi o nel Centro Olio vengono quasi tutti da fuori.
Nella primavera del 2002 uno scandalo tangenti ha coinvolto amministratori e imprenditori locali. «È stato messo a posto qualche marciapiede — continua Latronico — fatto qualche intervento assistenziale e poco di più. Troppi soldi, la verità è che non siamo in grado di spendere tutte queste risorse. Il problema più spinoso infatti riguarda i 134 milioni destinati alle imprese. Secondo quel che scrive la stessa Giunta, ne sono stati realmente spesi solo 41 quasi tutti attraverso lo scorrimento delle graduatorie, ovvero premiando progetti imprenditoriali di bandi precedenti ». Parcellizzazioni inutili che non creano impatto sul territorio. Basta andare alla Bersagliera per capire l'aria che tira. Un piccolo selfservice nel cuore del sito industriale di Viggiano, l'unico dell'alta Valle, a pochi passi dall'impianto Eni. Quando gira il vento arriva la pungente puzza di petrolio e gas. All'ora di punta c'è poca gente in giro, molti capannoni sono abbandonati e fanno tornare alla mente i tempi, per alcuni rimpianti, della Cassa del Mezzogiorno.
«Dobbiamo ammettere che manca ancora la capacità progettuale locale. Le parti sociali sono deboli e la contrattazione programmata non è mai decollata. Una storia che si ripete anche per il petrolio della Val D'Agri». Pietro Simonetti è stato consigliere regionale e attualmente è responsabile nazionale delle politiche comunitarie di Rifondazione. Dice che l'unico settore in cui c'è interesse ad investire è quello dell'energia. Basti pensare che in regione sono arrivate più di 1.500 richieste per nuovi impianti eolici quando in tutta Italia attualmente ce ne sono 3.000.«I Comuni sperano di guadagnarci qualcosa, e grazie agli incentivi previsti dai certificati verdi è scattata la corsa al vento. Grandi guadagni in breve tempo».
Gli alberghi di Villa d'Agri sono frequentati da lavoratori e da gruppi di spaesati tecnici kazaki dell'Eni.Anche il turismo,in questo eremo della natura, resta una chimera.L'ingegner Alberti ci ha pure provato.Tempo fa ha acquistato dei cannoni per l'innevamento artificiale. «Le piste ci sono, ma solo fino a 1400 metri. La neve — sussurra — si squagliava, il mare è un po' troppo vicino ».E allora non resta che far beneficiare a più persone possibili dell'insperata dote finanziaria. Qualche giorno fa èandato a Roma al ministero. Ha chiesto una deroga al blocco delle assunzioni. «In Comune mi servono quattro persone per gestire i fondi delle royalties. Hanno detto di sì.Nonostante Padoa Schioppa».
Qui le imprese si contano con il lumicino. Al bar, verso l'una, ci sono solo quattro o cinque muratori. I giovani che studiano se ne sono andati via. Tra i pochi è rimasto proprio il sindaco. «Anche se adesso ci sono i quattrini, che cosa ci possiamo inventare di nuovo per produrre sviluppo? Se non lo so io che sono un ingegnere s'immagini gli altri».



 

Suggerimenti

>Info quotazioni

A richiesta, via sms, la quotazione istantanea e in tempo reale del titolo che ti interessa

>Flash news

Scarica il programma gratuito, e ricevi sul tuo desktop le ultimissime notizie di economia e finanza

News

Borsa
-

Cerca quotazione