La Finanziaria «appare sorretta da una logica vecchia» con una prevalenza di entrate fiscali e contributive rispetto ai «tagli strutturali della spesa pubblica», e inoltre «non c'è traccia in essa di spirito riformatore».
Così il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, torna a criticare la manovra varata dal Governo Prodi. E in un messaggio al seminario organizzato dalla Fondazione Glocus sottolinea: «Avevamo salutato con soddisfazione il Dpef e i primi provvedimenti in materia di liberalizzazioni, anche se questi ultimi avevano poi subito un ridimensionamento. Ci aspettavamo una Finanziaria che ricalcasse il Dpef e quindi avviasse una stagione di riforme strutturali capaci di riequilibrare in via definitiva le finanze pubbliche e che lasciasse lo spazio alla politica di sostegno e allo sviluppo. Ma questo non è avvenuto».
Il presidente di Confindustria prosegue: «Al di là degli specifici provvedimenti che hanno riguardato questo o quel settore ed anche al di là della valutazione puramente aritmetica di chi ci guadagna o ci perde è apparso che questa Finanziaria mancasse di anima e di visione: pretende di raggiungere contemporaneamente una quantità di obiettivi e rischia di mancarli tutti». Soprattutto - insiste Montezemolo - appare sorretta da una logica vecchia, ossia una moltitudine di interventi dove prevalgono nettamente gli aumenti di entrate fiscali e contributivi, mentre sono assenti tagli strutturali della spesa pubblica». È netto il giudizio del Presidente di Confindustria, quando chiarisce: «Non c'è traccia di spirito riformatore, mentre sono riemerse vecchie locuzioni classiste che dividono il Paese. Non è questo di cui ha bisogno il Paese. Non sarà l'invidia quella che ci porterà nel futuro». Poi ammonisce: «Il Paese ha bisogno di forze riformatrici e di orientare al futuro per battere un massimalismo che è ancora troppo diffuso».
Parlando da Prato, al Forum di Piccola industria Montezemolo considera: «Non possiamo più avere una coalizione come quella attuale con la sinistra conservatrice e massimalista che frena il futuro di questo Paese». E a proposito della manifestazione di Vicenza organizzata dalla Cdl contro la Finanziaria sottolinea: «Ho saputo che a Vicenza hanno fischiato l'inno di Mameli. È una cosa vergognosa, una forma di populismo che non ci piace».«Non abbiamo bisogno delle piazze - dice - ma di proposte e decisioni che consentano di affrontare i problemi reali del Paese».
Per il presidente di Confindustria «Questa Finanziaria contiene anche una sorta di polpetta avvelenata che è il trasferimento forzoso del Tfr». L'accordo raggiunto - sottolinea - è positivo per le aziende piccole e medie, ma «comporta un sacrificio maggiore per le aziende medie e grandi perchè tutto il Tfr che non andrà ai fondi sarà trasferito all'Inps». Ma il vero problema - considera - per queste aziende «è soprattutto il costo del denaro che dovranno reperire per sostituire la liquidità dei nuovi flussi di Tfr».