Il Centro studi di Confindustria stima una crescita del Pil nel 2007 «intorno all'1,4%, vicino al tasso potenziale». «L'effetto restrittivo della Manovra, delineata dall'insieme di misure presentate dal Governo a settembre, su consumi e investimenti e, di conseguenza, sull'import», spiega però il Centro studi Confindustria, «dovrebbe comportare una riduzione della crescita del Pil nel 2007 di circa» lo 0,3%, portandola all'1,1%. Nel 2008, invece, il Pil dovrebbe crescere dell'1,5%.Nel 2007, stima Confindustria la crescita «scenderebbe allo 0,2%» nel primo trimestre, «per poi risalire lievemente allo 0,3% a trimestre nella seconda metà dell'anno». Quanto alle componenti di questa crescita, «il suo motore sarebbe la domanda interna. La liquidità ancora ampia, spiega il Centro studi di viale dell'Astronomia, e la stabilità dell'inflazione (che si otterrà grazie alla stretta di politica monetaria in corso), quindi crescenti disponibilità di moneta in termini reale, sarebbero tra le forze a sostenere il proseguimento della crescita. I consumi delle famiglie farebbero segnare una espansione dell'1,7%, che rappresenterebbe sì un rallentamento rispetto al 2006, ma segnerebbe comunque il proseguire di una crescita solida».
Gli investimenti, inoltre, «terrebbero bene» con un +2,3%. «Il contributo alla crescita di queste due componenti della domanda interna sarebbe di circa l'1,5%. Si avrebbe tuttavia, spiega ancora il Centro studi, un deciso rallentamento dell'export, anche a causa del rafforzamento del cambio, più forte del parallelo rallentamento dell'import dovuto alla flessione dei consumi interni. Nel 2007 il contributo dell'export netto alla crescita sarebbe così lievemente negativo, come quello delle scorte. Il saldo commerciale, in rapporto al pil, sebbene in lieve miglioramento rispetto al 2006, risulterebbe comunque ancora negativo (-0,7%)».
Quanto al 2008 la previsione di un +1,5% del Pil, dice ancora il Centro studi Confindustria, «sconta un graduale ritorno verso tassi di crescita più vicini al potenziale in tutta l'area dell'euro. L'economia internazionale, favorita anche da prezzi energetici in leggere decelerazione e politiche monetarie di intonazione meno restrittiva, dovrebbe accelerare moderatamente nel corso dell'anno». «L'economia italiana dovrebbe quindi - conclude il Csc - tornare ad avvantaggiarsi della ripresa internazionale in particolare nel resto dell'Europa e in Germania».