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L'automobile nel 2006 è costata agli italiani 160 miliardi di euro

Acquistare un'auto nuova o mantenere quella già posseduta è costato agli italiani nel 2006 circa 160 miliardi di euro. L'auto rappresenta il 24% della spesa totale delle famiglie italiane, la terza voce nel bilancio dopo la casa e i consumi alimentari. La stima arriva dall'Unrae (l'associazione che raggruppa la case automobilistiche straniere) secondo cui nel solo acquisto di auto nuove (che nel 2006 sono ammontate a 2,3 milioni) gli italiani, comprese aziende e compagnie di noleggio, hanno sborsato 40,9 miliardi di euro con un aumento del 7,9% rispetto al 2005.

Malgrado i prezzi dei listini siano aumentati in linea con la crescita Istat infatti, gli italiani hanno scelto modelli più costosi tra cui i fuoristrada, le station wagon o i Suv. Novità invece sui costi di gestione. Per la prima volta, secondo l'Unrae i costi dell'assicurazione sono cresciuti dell'1,4%, a un ritmo inferiore al tasso di inflazione a quota 16,89 miliardi. «Ci aspettiamo una ulteriore riduzione - ha spiegato il direttore generale Unrae Gianni Filipponi - con il passaggio, dal prossimo primo febbraio, al risarcimento diretto che dovrebbe diminuire le truffe». Molto alto invece l'incremento dei costi di carburante che sono saliti del 6,7% a 37,1 miliardi. Stabili o in lieve crescita i costi di manutenzione o riparazione (+0,8% a 23,4 miliardi), i pedaggi autostradali (+1,1% a 3,5 miliardi) e le tasse automobilistiche (+1,8% a 4 miliardi). In decisa salita i costi degli pneumatici (+15,4% a 6,2 miliardi) e i parcheggi (+8,4% a 7,4 miliardi) che si sono estesi anche alle periferie e i piccoli centri. Aumentare il prezzo del carburante di 10 centesimi al litro in cambio dell'abolizione della tassa di proprietà per far pagare chi utilizza maggiormente l'automobile.

Questa la proposta avanzata dal presidente dell'Unrae (l'associazione che raggruppa le case automobilistiche straniere) Salvatore Pistola che ha proposto che gli incentivi alla rottamazione siano validi non solo per le vetture Euro 4 o 5 ma anche per le vetture Euro 3 usate. «I benefici della cancellazione della tassa di proprietà - ha spiegato nel corso della conferenza stampa di fine anno - vedono infatti una spesa correlata all'effettivo uso del veicolo, un contributo dei turisti ai costi di manutenzione delle strade e autostrade sostituendo così la tassa di soggiorno, una equità fiscale nei casi di blocco della circolazione e un maggior senso di responsabilità nell'uso del veicolo». «Adesso senza percorrere un metro - ha aggiunto - si pagano circa mille euro fra tasse, imposte e altri balzelli».

Per quanto riguarda gli incentivi il presidente dell'Unrae ha spiegato che avranno un effetto positivo sulle immatricolazioni nel 2007 ma ha criticato alcuni aspetti delle misure tra cui la limitazione alla categoria Euro 4 e 5 per chi rottama vetture Euro 0 o 1. «Sarebbe giusto proporre - ha spiegato - incentivi anche a chi passa a un usato Euro 3 che è molto vicino per inquinamento agli Euro 4 favorendo così il ricambio del parco circolante». In questo ambito comunque andrebbero diminuite le forti spese (ora pari a circa 4-500) per i passaggi di proprietà che di fatto 'bloccanò il mercato dell'usato italiano.

Infine, Pistola ha ricordato il 'pesò dei contributi all'Erario del sistema dell'auto pari al 21% delle entrate totali dello Stato. Un settore che dà lavoro a 200.000 dipendenti e che fattura 65 miliardi di euro l'anno. Secondo le stime Unrae, a dicembre il settore potrebbe invece registrare una flessione, scendendo a circa 139 mila immatricolazioni contro le 142.700 dello stesso mese del 2005.

Prospettive positive, invece, per il 2007: il rialzo previsto dall'Unrae per il settore dovrebbe attestarsi ad almeno 2,4 milioni, grazie soprattutto agli incentivi per la rottamazione previsti dalla Finanziaria. Perché senza queste misure, sottolinea l'associazione, ci sarebbe stato un calo a 2,25 milioni. Più nello specifico, l'Urae stima per il 2006 una crescita anche per il settore dei veicoli commerciali, + 9,5% la previsione su base annua. Un risultato ottenuto grazie alle 240 mila immatricolazioni, «frutto - ha sottolineato Pistola - di importanti commesse che hanno interessato il costruttore nazionale». In aumento anche le immatricolazioni dei veicoli industriali, che a fine anno dovrebbero far segnare 36.500 unità in incremento del 2,1%. Flessione, invece, per gli autobus (-2%), per caravan e autocaravan (-4,6%).

Soffermandosi sull'andamento delle immatricolazioni a livello mondiale nel 2006 Pistola stima un aumento del 3,2% a 55,1 milioni, un risultato al quale contribuiranno in particolare i Paesi emergenti a fronte di una stagnazione dei Paesi maturi. Gli Usa dovrebbero infatti chiudere l'anno con un calo del 2% delle consegne a 16,6 milioni, il Giappone con -1% a circa 4,7 milioni e il mercato europeo (inclusa l'area dell'Efta) in linea con gli oltre 15,2 milioni del 2006. Tuttàlatra musica per l'area Bric (Brasile, Russia, Cina e India) con il Brasile che ha segnato un progresso del 12,5% nei primi 11 mesi a 1,72 milioni, la Russia del 25% nei primi 10 mesi a 1,41 milioni, l'India che dovrebbe immatricolare nell'anno finanziario 1,14 milioni e la Cina oltre 7 milioni (+30% nei primi 11 mesi). Rilevando l'importante contributo del mondo dell'auto all'economia del nostro Paese, pari al 21% delle entrate fiscali complessive (76,2 miliardi di euro all'anno), oltre 200mila posti di lavoro, un fatturato annuale di 65 miliardi con una quota del Pil dell'8,5%, investimenti di 3,5 miliardi e spese in Ricerca e sviluppo di 2 miliardi, Pistola ha sottolineato che l'auto «èsempre al centro di manovre fiscali che ne compromettono lo sviluppo», mentre ha anche rilevato l'arretratezza dell'Italia nel trasporto pubblico (75 la rete di km della metropolitana per Milano contro i 408 di Londra e i 200 di Parigi, 1,6 taxi ogni 1000 km per la città lombarda contro i 9,9 di Barcellona e gli 8,3 di Londra), che obbliga il cittadino all'uso prevalente del trasporto privato.



 

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