Due Italie, ancora una volta. Accade nei servizi pubblici locali, più efficienti e virtuosi nel Nord Italia, mentre il Sud arranca e mostra difficoltà che si traducono in un maggior aggravio economico e disagi per i cittadini meridionali. L'immagine di un'Italia divisa anche in questo settore emerge dall'edizione 2007 della ricerca «Costi, qualità ed efficienza delle società controllate dai maggiori comuni italiani», promossa dalla Fondazione Civicum e realizzata dall'ufficio studi di Mediobanca. L'indagine, che prende in considerazione il triennio 2003-2005, ha riguardato 37 società, 22 delle quali controllate dai Comuni di Roma, Milano, Torino, Napoli, Brescia e Bologna.
Costi operativi e investimenti in crescita. Il punto debole dell'intero sistema, per il quale il processo di liberalizzazione non è sostanzialmente decollato, era e resta l'efficienza. I costi operativi unitari sono cresciuti in tutti i settori, non sempre compensati da maggiori ricavi, anche come effetto delle dinamiche monetarie e dei volumi di offerta sviluppati: +15% nel settore idrico, +5,9% nel settore dell'igiene ambientale, + 5% nel trasporto pubblico e +2,7% nell'aeroportuale. Gli investimenti unitari sono aumentati nel triennio del 21% nel settore idrico, del 9,5% nel trasporto pubblico, del 3,3% nell'igiene ambientale e di ben il 44,8% negli aeroporti.
Energia, costi e ricavi allineati. Da Asm Brescia forniture più continue. Nel settore energetico generazione e distribuzione sono i settori con un rapporto più favorevole tra costi operativi e ricavi unitari e dunque i più redditizi, mentre la vendita, aperta alla concorrenza, presenta una maggiore vicinanza tra costi e ricavi e appare il segmento meno remunerativo. Gli operatori mostrano valori di costo e ricavo unitario sostanzialmente allineati e solo i gestori di grandi reti (Enel ed Italgas) hanno incidenze dei costi sui ricavi particolarmente contenute. Asm Brescia è la società con i migliori indici di continuità nella fornitura di energia elettrica (solo 11 minuti di interruzioni medie per cliente nel 2005), mentre le situazioni peggiori si sono verificate a Roma e Napoli (60 e 68 minuti rispettivamente).
Acqua: Milano spreca poco, nel settore ricavi +9,7%. In campo idrico, l'Acquedotto pugliese (Aqp) è risultato la rete più "colabrodo", con la percentuale maggiore di dispersione idrica, pari al 49,1% di acqua immessa e non fatturata, a cui si è contrapposta la milanese MM con una quota di perdite pari all'11,3% (in aumento rispetto all'8,6% del 2003). Il settore idrico, si diceva, è anche quello che nel triennio preso in esame ha visto il maggiore incremento di costi operativi, pari al 15%. Un dato che è stato compensato da una crescita dei ricavi del 9,7%, tra le migliori performance nel mondo delle utilities insieme a quella dell'igiene ambientale (per lo più dalla termovalorizzazione) con un +10% in tre anni. I minori investimenti per 1000 metri cubi di acqua fatturata sono quelli della MM (che ha però una rete relativamente corta) e della Arin di Napoli (la cui rete è quasi uguale per lunghezza a quella milanese). Bassi gli investimenti unitari dell’Aqp (117,3 euro, solo il 9% del fatturato), rispetto a quelli di Hera (la cui rete ha un’estensione paragonabile) pari a 334 euro.
Trasporti, Milano e Brescia pesano meno sui conti pubblici. Nel trasporto locale Atm Milano e Brescia Mobilità sono invece le società locale che assorbono i minori quantitativi di fondi pubblici e nel contempo coprono maggiormente i propri costi con ricavi da traffico e servizi, rispettivamente con quote pari al 53 e il 54 per cento. In fondo alla classifica si pone la performance del "sistema napoletano" (Ctp, Anm e Metronapoli) che assorbe il triplo di quanto ricevuto da Milano e Brescia e copre solo in minima parte (18%) i propri costi con i ricavi dal mercato. Nord più virtuoso anche per quanto riguarda la raccolta differenziata: Asm Brescia arriva al 41%, seguita dall'Amiat di Torino (36%) e dell'Amsa di Milano con il 33%.
Trasparenza, resta ancora molto da fare. Tutto il settore resta afflitto da una ancora insufficiente inclinazione alla trasparenza. «Le informazioni pubblicamente disponibili - ha spiegato Federico Sassoli de Bianchi, Presidente di Civicum - sono decisamente carenti. Ad esempio spesso sono assenti, nelle aziende multiutility, le rendicontazioni separate per singole aree di business. Inoltre gli indici di qualità ed efficienza calcolati dalle aziende non sempre sono oggetto di certificazione da parte di enti terzi o di verifica da parte di authorities: attualmente, solo i Comuni di Roma e Torino dispongono di agenzie predisposte al controllo della qualità dei servizi pubblici».