Triplicare le adesioni dei lavoratori ai fondi di previdenza complementare per passare dall'attuale 13 al 40 per cento. Quello previsto dal Governo è, per la stessa ammissione del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, un «obiettivo ambizioso, ma realistico»,che consentirà il decollo del sistema pensionistico integrativo che coinvolgerà oltre 11 milioni di lavoratori dipendenti del settore privato: «Speriamo — ha aggiunto il ministro — che soprattutto i giovani aderiscano, visto che la loro percentuale di adesione è attualmente inferiore a quella degli anziani».
Quanto al memorandum sottoscritto da Governo e sindacati per la riforma delle pensioni, si prospetta uno slittamento della scadenza del 31 marzo, considerata «puramente indicativa » dal ministro: «Per fare la manutenzione del sistema utilizzeremo tutto il tempo necessario, non ci sono tagliole — ha detto Damiano —. L'importante è arrivare in tempi ragionevoli ad una conclusione, possibilmente condivisa». Nessun cambiamento di linea, dunque, anche se l'Ocse ha lanciato l'allarme sul rischio di esplosione della spesa pubblica se non verranno attuate riforme, a partire da quella previdenziale. «Ogni giorno vengono forniti dati — ha replicato Damiano —. Quello che so è che i conti migliorano. Con le tre riforme previdenziali degli anni '90 c'è stato un risparmio di 200mila miliardi di vecchie lire. Non vogliamo fare cassa con le pensioni,ma mantenere ilsistema in equilibrio».
Per avviare la campagna informativa sul trattamento di fine rapporto il ministro Damiano — che ha alle spalle l'esperienza di presidente del fondo previdenziale Cometa dei metalmeccanici — ha convocato ieri una conferenza stampa confermando la stima che sul flusso annuale di Tfr, pari a circa 19 miliardi, un terzo andrà ai fondi. Il tempo stringe,visto che entro il 30 giugno 2007 (o nei primi sei mesi di lavoro se l'assunzione è successiva al 1gennaio 2007) i lavoratori dipendenti del settore privato dovranno scegliere se versare il Tfr futuro a un fondo pensione o lasciarlo in azienda.
Entro il 20 gennaio sarà pronto il decreto attuativo della riforma, varato d'intesa con il ministero dell'Economia, che dovrà sciogliere i nodi ancora aperti.Ma il Governo è intenzionato a coinvolgere nella riforma anche i lavoratori del pubblico impiego che sono esclusi dall'applicazione della normativa dal decreto legislativo 252/05: «Stiamo lavorando con il ministero della Funzione pubblica — ha spiegato Damiano— per predisporre una normativa che consenta di realizzare anche per loro una forma diprevidenza complementare ». Numerosi i punti ancora in discussione: il consulente del ministro in materia di previdenza, Giovanni Pollastrini, ha fornito chiarimenti sul calcolo dei dipendenti che si fa sulla media degli addetti 2006,esclusi i lavoratori con contratti a termine inferiori a tre mesi: precisazione importante visto che il Tfr lasciato in aziende con almeno 50 dipendenti sarà versato al fondo speciale presso l'Inps. Quanto al conferimento del Tfr al fondo, esso avviene dal momento i cui si esercita l'opzione: «Se un dipendente decide di aderire il 1ڡprileaunfondo—haspiegato — il Tfr per i mesi di gennaio, febbraio e marzo resta accantonato in azienda». Altro tema "caldo", quello delle anticipazioni: sono a carico dell'azienda anche se ha almeno 50 dipendenti, perché il datore di lavoro si sostituisce all'Inps nell'adempimento degli obblighi nei confronti del lavoratore (provvedendo al conguaglio degli anticipi nei versamenti successivi all'Inps). Quanto agli atipici, si sta ragionando sulla creazione di un fondo residuale ad hoc presso l'Inps.
Infine la questione "colf": non esiste un fondo di previdenza complementare per le collaboratrici domestiche e, in assenza di una decisione entro il 30 giugno 2007 sulla destinazione del proprio Tfr, le famiglie che utilizzano questo personale potrebbero essere chiamate a versare il Tfr maturando nel fondo residuale presso l'Inps. «Le colf sono esonerate dal versamento alla Tesoreria — ha spiegato Pollastrini — stiamo valutando se esonerarle dal meccanismo del silenzioassenso». Con l'esonero il versamento del Tfr riguarderà solo quella lavoratrice domestica che lo chiederà esplicitamente.