Dopo due anni di allarmante risalita il rapporto debito/Pil riprende a decrescere: nel 2007 passerà al 105,4% dal 106,8% del 2006. La nuova stima è stata fornita dal ministro dell'EconomiaTommaso Padoa-Schioppa, che, nel corso dell'audizione al Palazzo Madama, ha presentato un'integrazione alla Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica. Tra le cause della crescita delle entrate, secondo Padoa Schioppa, «in Italia oggi c’è una maggiore disciplina fiscale dei contribuenti». Padoa-Schioppa ha spiegato che allo stato attuale dei conti non ci sarà bisogno di effettuare una manovra correttiva per il 2008, visto che ci sono già le risorse necessarie per ridurre il deficit, come richiesto dall'Europa. Il ministro ha ribadito che è necessaria un po' di prudenza: «No a una manovra espansiva in primavera, per poi proporne una restrittiva in luglio con il Dpef».
Delle maggiori entrate 2006 «c'è una parte non spiegata», sottolinea il ministro. «Si immagina che una delle cause possa essere una maggiore disciplina dei contribuenti, certamente c'è un afflusso di dati erariali superiore a ciò che le variabili esplicative riescono a spiegare; c'è un fenomeno di allargamento delle basi imponibili o di comportamento dei contribuenti che non è solo italiano». Il miglioramento del deficit nel 2006 è dovuto «a maggiori entrate, minore spese correnti e minori spese in conto capitale». In tutto le maggiori entrate ammontano a 36 miliardi, di cui 29 erano stati contabilizzati nella Relazione previsionale e programmatica.
Il titolare del dicastero di via XX settembre ha ribadito che l’emergenza dei conti pubblici è finita. «A meno di un anno dall'entrata in carica del Governo - dice Padoa-Schioppa - l'Italia ha una situazione economica dei conti pubblici notevolmente migliorata e si trova adesso nella condizione di dover gestire il risultato positivo, cercando evitare errori e ricadere in condizioni critiche, ma senza dubbio lo stato di emergenza dei conti si può dire superato».
Il ministro ha definito «una querelle senza fondamento» quella legata alle polemiche sollevate all'indomani della presentazione dei dati positivi sull'economia. «Si è discusso se questo andamento non potesse essere in realtà prevedibile e che certe manovre potevano essere evitate», ha ricordato spiegando che le metodologie applicate per le previsioni «sono le migliori, praticate da decine di istituti di ricerca e di previsione» e adottate peraltro anche dal governo Berlusconi. Per questo, si tratta di una polemica «senza fondamento».
Il 2007, spiega il ministro, si chiuderà con un Pil al 2% anche in presenza di «rallentamenti» nei prossimi trimestri: questo perchè «la macchina è entrata ad alta velocità, o comunque più alta di quello che si pensasse e la spinta è sufficiente a raggiungere questo risultato». Notevole, ai fini della crescita, avuto dal «forte trascinamento» dell'ultimo trimestre del 2006.
Nel discorso dinanzi agli onorevoli deputati e senatori non ha tralasciato di parlare del cosiddetto tesoretto. «Una stima ottimistica fa ritenere che le entrate aggiuntive siano di 8-10 miliardi annui, il cosiddetto tesoretto: se esiste, questa è la sua dimensione ed è stimata da qualcuno che in questo momento si può permettere di fare una stima ottimistica perché ci siamo allontanati di qualche centinaio di metri dall'orlo dell'emergenza. Ma non si pensi che si sottostima».
Il ministro ha anche precisato, in relazione a quanto detto a Cernobbio di fronte alla platea di Confcommercio (aveva auspicato l'utilizzo di parte del tesoretto per un alleggerimento fiscale sulle imprese), che «è tale la voglia di utilizzare questo tesoretto che la mia considerazione di qualche giorno fa è stata presa come proposta operativa di abbassare l'imposta sulle imprese: non ho fatto nessuna proposta operativa». Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa ha sottolineato che le risorse sono poche, vanno usate in maniera oculata: «sarebbe poco saggio - aggiunge - se si affollasse una lista di desiderata talmente ampia che alla fine gli scontenti sono più dei contenti». Il contributo alla crescita, ritiene il ministro, verrà da «consumi e investimenti». Ancora non soddisfacente l'andamento delle esportazioni nette e ciò fa ritenere che «in Italia resta un problema di competitività».
Parlando del tema caldo delle pensioni Padoa-Schioppa ha detto riferendosi alla legge Maroni sulle pensioni e alla riforma Dini che «se oggi queste leggi si modificassero, si modificherebbero tutte le stime sui conti pubblici». Il ministro ha anche ricordato quanto stabilito dall'Ecofin, cioè «mettere in atto tutte le riforme pensionistiche compresi lo scalone e la revisione dei coefficienti».
Per accogliere tutte le richieste di ridurre le imposte bisogna «spendere meno. Su questo stiamo lavorando, sulla revisione del bilancio, sulla spendine review e c'è una missione del Fmi da ieri che ci sta assistendo in questo compito». Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa ha sottolineato che «lavoreremo con una serie di ministeri sulle spese - aggiunge - ma i risultati non saranno a breve».