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Due rischi sulla crescita ancora fragile

di Alberto Quadrio Curzio

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25 maggio 2007

Il sistema Paese Italia può e deve essere competitivo ed equo: per questo occorre un progetto di lungo termine in cui istituzioni, società ed economia ritrovino il senso di una «missione condivisa» dove bisogna essere«coraggiosi e responsabili, pragmatici e visionari». Questa è l'intonazione più forte della relazione di Luca Cordero di Montezemolo all'assemblea di Confindustria.
L'esigenza delle imprese e degli italiani, ha sottolineato Montezemolo, è quella di un cambiamento che conferisca al nostro Paese un ruolo di «protagonista reale» per un'Italia europea da qui al 2015.Con realismo e progettualità propone alla valutazione di tutti un percorso.
Innanzitutto sull'economia, sulla impresa e sul mercato rileva una contraddizione tutta italiana: da un lato, e stando ai fatti, gran parte delle imprese industriali si sono ristrutturate in anni difficili e hanno dato un grosso contributo alla nostra ripresa; dall'altro, aleggia un sentimento anti-impresa che viene alimentato da una incultura politica arcaica e strumentale che spinge a un clima di antagonismo. Montezemolo rivendica allora un ruolo cruciale dell'impresa in una democrazia moderna; ricorda che l'impresa«crea valore sociale oltreché economico»; esprime la valutazione che gli imprenditori italiani sono sempre più consapevoli di questo ruolo civile. Tutta la relazione porta questa duplice tonalità: da un lato dare atto alle imprese di quanto fatto, ma anche di quanto resta da fare; dall'altro fare capire, specie alla classe politica, che se un sistema Paese funziona male non si aumenta il benessere redistribuendo risorse calanti.
L'industria italiana si è ristrutturata ha aumentato gli investimenti, si è spostata con l'innovazione su prodotti di più alta qualità e nei segmenti di mercato dove gli sforzi sono stati più incisivi le esportazioni sono cresciute più della media europea. È noto d'altronde come il surplus commerciale del manifatturiero "made in Italy" sia consistente. Confindustria si è molto impegnata per fare "sistema" sui mercati esteri, per l'innovazione, per accentuare la cultura della concorrenza e del merito. Montezemolo insiste ricordando agli imprenditori che solo così si resta sul mercato oramai internazionalizzato.
Il sistema Italia e la sua competitività potranno recuperare durevolmente se si eliminano almeno due grandi ostacoli che rischiano di compromettere la crescita in atto, ma non ancora consolidata.
Un primo ostacolo è la fiscalità eccessiva sulle imprese, che si unisce al sommerso e alla spesa pubblica improduttiva. E qui la analisi di Montezemolo assume due connesse tonalità: una economica, l'altra civile e politica. Dal punto di vista economico si segnala che le imposte sui redditi di impresa sono state ridotte in Germania,Spagna,Regno Unito, Austria e Svezia e come l'aliquota media europea sia di otto punti più bassa di quella italiana. Si dà atto al Governo della riduzione del cuneo fiscale e contributivo rilevando però che questo non è un regalo alle imprese perché contribuisce alla competitività, alle retribuzioni e all'occupazione. Dal punto di vista civile e politico si rileva l'assoluta necessità sia di eliminare l'evasione e il sommerso (che viene cifrato nella misura del 30% del Pil) sia di tagliare non solo la spesa pubblica improduttiva ma anche i costi della politica che vengono cifrati in circa 4 miliardi di euro.
Un secondo ostacolo è quello della produttività (dove l'Italia è penultima per crescita nella Ue) unito a quello delle scarse liberalizzazioni. Su ciò incide una gravissima inefficienza della pubblica amministrazione rilevata da tutti gli indicatori internazionali, le carenze infrastrutturali, le ridotte dimensioni d'impresa, gli scarsi investimenti in ricerca e sviluppo e in formazione, un sistema bancario per ora poco incline a finanziare il rischio innovativo. Ma anche un mercato del lavoro (pubblico e privato) troppo rigido dove c'è scarsa correlazione tra flessibilità, produttività, retribuzioni per valorizzare merito e impegno. Forte è qui il richiamo agli intendimenti del neopresidente francese e gli accordi tra le parti sociali in Austria che consentono orari fino a 60 ore settimanali.
L'intonazione sociale, civile e istituzionale dell'intervento di Montezemolo è significativa nell'ottica di far crescere il benessere e l'equità. E l'aspetto sociale viene ulteriormente accentuato su altri punti: quello degli infortuni sul lavoro dove si esprime tutta la solidarietà ai lavoratori per stroncare l'illegalità; quello della riforma delle pensioni che non solo è necessaria per la finanza pubblica, ma anche per avere una spesa sociale più moderna con migliori ammortizzatori sociali; quello del Mezzogiorno che deve essere una priorità nazionale per dare sicurezza ai cittadini e lavoro non assistito ai giovani; quello della scarsa mobilità che impedisce al 30%degli italiani un cambiamento di condizione; quello del tasso di occupazione femminile molto più basso della media europea anche perché non c'è adeguata assistenza alla famiglia laddove Angela Merkel ha varato un piano per triplicare i posti negli asili nido entro il 2013.
Ma questi progetti, molto sentiti dalla maggioranza degli italiani che non godono di posizioni di rendita, non potrà essere attuato senza un rinnovato ruolo della politica e delle istituzioni. Sulla Politica (con la "P maiuscola") Montezemolo auspica da un lato che essa sia forte in quanto diversamente la supplenza passa alla burocrazia pubblica e all'arrangiarsi privato, ma dall'altro rileva che in Italia il costo della rappresentanza politica è eguale alla somma di quelli di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Una casta di 180mila eletti può essere riformata non solo con una modifica del sistema elettorale, ma anche con una più profonda riforma delle Istituzioni ( anche qui,con la "I" maiuscola) che inevitabilmente passa attraverso una revisione costituzionale per rafforzare il Governo e dar senso vero al federalismo. Questa è anche una tesi che da anni noi sosteniamo proponendo, con altri,una "Convenzione Costituente" che metta le Istituzioni, la società e i cittadini al di sopra dei partiti.

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