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Studi di settore, tregua con le categorie

di Marco Bellinazzo e Antonio Criscione

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28 giugno 2007


Dopo settimane di contra-sti, Fisco e categorie trovano una «pace armata» sugli studi di settore: spunta cioè un'intesa per il 2006, ma la partita resta aperta per il 2007 e per il 2008, perché gli operatori chiedono che la «sperimentalità» degli indicatori di normalità sia garantita fino a che si continueranno ad applicare quelli generici varati quest'anno, e vada perduta studio per studio solo con il varo degli indicatori specifici, validati con il contributo delle associazioni dei contribuenti. Conseguenza di questa complicata contrapposizione è stata la diffusione, nella serata di ieri, di due comunicati distinti: uno del portavoce del vice ministro dell'Economia, Vincenzo Visco, e l'altro delle categorie (riprodotti più sotto). La situazione resta delicata e le parti non hanno stabilito ieri un nuovo appuntamento per proseguire la trattativa. E se il comunicato di via XX Settembre tiene a precisare che l'incontro si è svolto in un «clima positivo », le confederazioni sottolineano invece che «l'intesa è ancora lontana».
Sul 2006, in ogni caso, la mediazione proposta da Visco è stata accolta dalle categorie e la stagione di Unico 2007 sembra avviarsi a conclusione. Ieri mattina lo stesso vice ministro, il sottosegretario Mario Lettieri e i rappresentanti delle categorie si sono incontrati a Roma ed è stata presentata la serie delle soluzioni individuate dall'Economia. Come sostanzialmente anticipato sul Sole-24 Ore di ieri, la proposta si articola in alcuni passaggi, validi per Unico 2007: possibilità di adattamento al minimo (con alcuni paletti), valore probatorio ridotto per la normalità e contraddittorio "guidato" da un software. Inoltre è stato precisato che gli studi non si applicano agli enti no profit.
Inoltre —anche se non è precisato nel comunicato che l'Economia ha diramato ieri sull'argomento e l'elemento è sicuramente importante per professionisti e contribuenti —dall'anno prossimo scomparirà il "famigerato" valore aggiunto per addetto, che sarà scomposto nei suoi elementi costitutivi. Lo ha confermato l'amministratore delegato di Sose, Giampietro Brunello.
Gli elementi tecnici della proposta dell'Economia, partono dunque dalla possibilità di adeguamento al minimo anziché al valore puntuale per gli studi. Il comunicato dell'Economia precisa che il minimo comprendendo gli indicatori non può essere inferiore al valore puntuale della sola congruità. E inoltre si applica (punto 4 del comunicato) una franchigia: in base a quanto si comprende dal testo diffuso dal ministero, perché scattino gli accertamenti occorre che l'ammontare delle attività non dichiarate, con un massimo di 50mila euro, sia pari o superiore al 40% dei ricavi o compensi dichiarati. La possibilità dell'adeguamento al minimo dovrebbe prevedere che non scatta la maggiorazione del 3 per cento.
C'è poi una sorta di spacchettamento del valore probatorio dei risultati di Gerico, lasciando il valore "pieno" solo alla congruità, e declassando a presunzione semplice la normalità economica. Le Entrate, in pratica, dovranno motivare, come spiega il comunicato «in riferimento allo specifico contribuente, l'utilizzo degli indicatori di normalità economica, tenuto conto che sugli stessi non c'è stato il parere della Commissione degli Esperti».
L'altra garanzia offerta ai contribuenti è data da una "procedura guidata" per il contraddittorio. Si dovrebbe trattare di un software, nel quale andranno registrate le varie fasi delconfronto tra Fisco e contribuente. Ci sarà così una garanzia di uniformità della procedura seguita dai vari uffici, i quali saranno chiamati a indicare le ragioni che li hanno spinti a controllare il contribuente. E quindi gli accertamenti dovrebbero essere più motivati anche per rispondere alla fase contenziosa. I contribuenti però sarebbero tutelati da eventuali scorciatoie — spesso denunciate dalle categorie — degli uffici di proporre mediazioni.

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