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«Coop pachiderma? No, fanno sviluppo»

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21 settembre 2007

«Le Coop non sono un «pachiderma», ma una realtà sana che produce sviluppo». Pronta la replica del presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, alle accuse lanciate da Bernardo Caprotti, presidente del gruppo distributivo Esselunga, in una lettera pubblicata ieri dal Sole-24 Ore, nella quale l'imprenditore denunciava disfunzioni, anomalie fiscali e comportamenti giudicati vessatori della catena distributiva cooperativa, ribaditi anche in un colloquio con il settimanale «Panorama», che dedica questa settimana un ampio servizio al libro di Caprotti «Falce e Carello» che sarà presentato questa mattina a Milano.


«La cooperazione di consumatori è una realtà solida – spiega Poletti – nata 150 anni fa: un po' prima del signor Caprotti e della sua azienda. Negli anni 60 erano attive 3mila cooperative di consumatori, con 7mila negozi. È a partire da questa realtà – sottolinea Poletti – che, con un processo costante di cambiamento e con scelte spesso sofferte, grazie all'impegno ed alle capacità dei suoi dirigenti, non certo per protezioni ed inauditi privilegi fiscali, come sostiene Caprotti, che Coop è diventata un soggetto di primo piano della distribuzione moderna, avendo sempre l'obiettivo di poter garantire a milioni di soci e di consumatori la qualità e la convenienza dei prodotti». Coop ha progetti seri di investimento soprattutto al Sud, ribadisce Poletti. «Insomma, la Coop – rilancia la nota – è tutt'altro che in vendita; e, comunque, non potrebbe esserlo per legge. Circa il paragone con Alitalia, il signor Caprotti dimentica, forse, che le cooperative sono di proprietà dei soci. Non si vede come potrebbe pesare sul bilancio statale, e quindi sui contribuenti, come è stato per alcuni carrozzoni statali».


Intanto Caprotti oggi dovrebbe scoprire le carte sul futuro di Esselunga. Nel corso dell'incontro organizzato all'hotel Four Seasons di Milano Caprotti probabilmente annuncerà i nomi dei gruppi con i quali sta dialogando e tra i quali dovrebbe esserci il partner destinato a rilevare una quota di riferimento della catena commerciale che conta 132 punti vendita e un fatturato di 4,917 miliardi.
La conquista delle attività commerciali di Esselunga, cui fa capo una quota rilevante del mercato italiano della distribuzione moderna, pari all'8,7% del totale, costituirebbe un motivo di estremo interesse per un gruppo internazionale che vuole entrare nel business del largo consumo, nel nostro Paese, da una posizione di tutto rispetto e senza dover passare dalle forche caudine della crescita su basi autonome.
Poletti, riferendosi alla probabile cessione delle attività commerciali di Esselunga, non ha mancato di sottolineare che con le accuse alle Coop l'imprenditore vuole «addossare ad altri la responsabilità di una decisione che è soltanto sua e motivata dall'impossibilità di trovare, nella sua famiglia, una persona ritenuta adeguata a ricevere il testimone della guida dell'azienda».
(V. Ch.)

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