«Gli imprenditori che dicono no siano sostenuti»

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
2 settembre 2007


Siamo di fronte a un attacco eccezionale agli imprenditori e al sistema e occorre dunque una reazione eccezionale. È questo, in sintesi, il senso della riflessione avviata dai vertici nazionali di Confindustria di cui si è fatto portavoce a Caltanissetta il vicepresidente nazionale dell'associazione degli industriali con delega per il Mezzogiorno Ettore Artioli. Che mette il sigillo a una decisione storica per Confindustria Sicilia ma non solo. E tacita chi, come il presidente della commissione Antimafia Francesco Forgione , aveva accusato gli imprenditori di non fare abbastanza contro la mafia. Forgione oggi si dice soddisfatto. Ed è un altro passo avanti.
Il vicepresidente di Confindustria lancia l'ipotesi di una riedizione dei Vespri siciliani, così come avvenne dopo le stragi del '92. Butta lì una dichiarazione poi ripresa dalle agenzie di stampa che rimpolpano il tutto. E si scatena una ridda di reazioni. Il ministro della Difesa Arturo Parisi si spinge al punto di dire «No all'esercito in Sicilia». Artioli puntualizza: «Era solo un'ipotesi, se vogliamo una proposta. Nulla di più».
Prima il racket ha colpito Andrea Vecchio a Catania, poi Marco Venturi a Caltanissetta. Ambedue dirigenti di Confindustria. Cosa succede?
L'ho già detto: si ha l'impressione che sia in atto un attacco da parte della criminalità organizzata al sistema Confindustria e dunque all'impegno degli imprenditori sul fronte antiracket e antimafia.
Il secondo attentato a Vecchio è arrivato quasi in coincidenza con l'anniversario dell'uccisione di Libero Grassi. Questa volta la reazione è stata ferma a differenza di quanto avvenuto nel caso di Libero Grassi.
Anche allora io e altri imprenditori, oggi dirigenti dell'associazione degli industriali e non solo, fummo al fianco dei figli di Libero Grassi. E ora siamo impegnati a far sì che non si ripetano fatti di quel genere: Grassi fu ucciso dalla mafia perché era rimasto isolato. I nostri imprenditori che si rifiutano di pagare il pizzo non devono essere eroi e devono poter contare sul sostegno.
Le minacce del racket sembrano solo la punta di un iceberg.
Sì, il presidente Montezemolo ha manifestato al ministro dell'Interno le preoccupazioni per una situazione che nel Mezzogiorno e in Sicilia in particolare è complessivamente critica. In particolare ha sottolineato che queste intimidazioni non possono essere solo un fatto occasionale.
Situazione eccezionale da fronteggiare in maniera eccezionale. Con l'esercito?
Per la Calabria dopo l'omicidio di Francesco Fortugno sono state prese misure eccezionali che hanno dato risultati. Io ora dico che è arrivato il turno della Sicilia: le intimidazioni di questi giorni dimostrano che la criminalità organizzata punta a comandare e non è affatto sconfitta.L'ipotesi di far tornare l'esercito, sul modello di quanto è stato fatto con i Vespri siciliani, ma ripeto si tratta solo di un'ipotesi,mi viene suggerita dai fatti: in presenza di carenze strutturali di uomini, di mezzi e di risorse economiche per le forze dell'ordine la presenza dell'esercito potrebbe essere una soluzione.
Ma ne avete già parlato con il ministro della Difesa Arturo Parisi?
Assolutamente no. Si tratta, come dicevo,solodi un'ipotesi o di una proposta se vogliamo. Ma se ci sono altre vie per garantire sicurezza agli imprenditori siciliani e del Mezzogiorno ben vengano.(di N.Am.)

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
Pubblicità
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-