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Stefanelli (Cni): «Servono decine di miliardi di euro per mettere in sicurezza tutte le scuole»

di Francesca Milano

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18 settembre 2007

Dopo appena pochi giorni dalla ripresa delle lezioni si torna a parlare di sicurezza nelle scuole, con l'incidente avvenuto questa mattina a Bari ai danni di un bambino di quasi due anni, sfiorato da una lastra di marmo quadrata che si è staccata dal cornicione di una finestra del secondo piano.
"E' un problema che andrebbe inserito tra le priorità del Governo – spiega il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Paolo Stefanelli – perché la situazione in Italia è critica, e a rischio c'è l'incolumità dei nostri figli". Dagli ingegneri proprio nei giorni scorsi è arrivata la proposta di un tavolo di studio realizzato con le università. Un tavolo attraverso il quale poter monitorare la situazione delle scuole e stabilire gli interventi prioritari negli edifici più a rischio.
"Solo così – afferma Stefanelli – è possibile correre ai ripari". Facendo un rapido calcolo, sono 80mila gli edifici scolastici (20mila in zone sismiche), di circa 4mila metri cubi ognuno. "Questo significa – dice ancora il presidente del Cni - che occorrerebbero alcune decine di miliardi di euro per mettere in sicurezza tutte le scuole. Cosa impossibile da realizzare in breve tempo".
Ecco perché la soluzione proposta è quella di spalmare su un arco di tempo più ampio tutti gli interventi, dando priorità alle emergenze. "In questo modo sarebbe possibile intervenire in base alla gravità delle situazioni, e garantire in un lasso di tempo più o meno lungo una messa in sicurezza di tutte le scuole a rischio". Nei giorni scorsi, per esempio, sono stati erogati 134 milioni di euro per circa 7mila istituti del centro nord. "Decidere su quali intervenire prima – dice Stefanelli – è possibile solo se c'è una programmazione e un monitoraggio costante della situazione".
"Proprio l'anno scorso, a Pavia, – afferma il presidente del Cni– noi ingegneri abbiamo discusso del rischio sismico e della conseguenza che un terremoto potrebbe avere sui nostri edifici scolastici: quello che è emerso è un quadro preoccupante. La maggior parte delle scuole italiane non sarebbe in grado di restare in piedi in caso di un sisma". Ma in Italia manca anche la messa in sicurezza degli impianti anti-incendio: secondo il Cni solo il 30 per cento delle scuole è a norma.
Secondo il Codacons il 75% delle scuole del Paese "non rispetta pienamente gli standard di sicurezza fissati dalla legge". A spiegare dettagliatamente la situazione è il presidente dell'associazione Carlo Rienzi: "Il 57% degli edifici non ha il certificato di agibilità statica, il 57% è privo di certificati di agibilità igienico sanitaria, il 73% delle scuole non possiede certificato di prevenzione incendi e ben 90mila sono gli infortuni che si registrano ogni anno nelle scuole italiane".

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