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Arrivati in tangenziale la circolazione torna in tilt

di Paolo Bricco

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Martedí 02 Ottobre 2007

Il viaggio nell'arteria autostradale della A4 perennemente occlusa dal traffico, che nella suggestione della "città infinita" di Aldo Bonomi collega Milano a Bergamo per poi proseguire fino a Brescia e da lì penetrare nel Veneto profondo, incomincia senza troppi stupori.
Entrati al casello di Monza alle 6,57 del mattino, puntando verso Bergamo, come farebbe l'addetto commerciale di un'azienda dell'hinterland milanese che ha un appuntamento di prima mattina in un'impresa bergamasca, si viaggia spediti. Niente di nuovo: il traffico, in questa direzione, è sempre stato tollerabile a quest'ora. Certo, con le quattro corsie da poco aperte nel tratto Milano-Bergamo l'impressione è di una maggiore sicurezza per il guidatore assonnato, dato che i Tir se ne stanno tranquilli in prima e in seconda corsia. Finalmente, non sembrano irrealistici i cartelli della Polstrada sugli obblighi di distanza fra camion e autovetture. Qui e là, ricordo dei cantieri dei mesi passati, ci sono le indicazioni "uscita autocarri".
L'arrivo a Bergamo dà un'informazione che, nell'Italia dei cantieri sempre aperti e sovente non trattati con una visione organica e sincronizzata, suona quasi come un avvertimento: da lì in poi, attenzione, perché ricominciano le tre corsie. Alle 7,19, 22 minuti dopo la partenza, il casellante di Bergamo ritira il biglietto e incassa il pedaggio: «Ho saputo che oggi fanno l'inaugurazione ufficiale, anche se - scherza - a noi non hanno portato nemmeno un pasticcino. Guardi che, al mattino, il problema è nella direzione opposta: qui alle 5 ci sono già i camioncini dei muratori. Adesso tocca agli impiegati che lavorano nel Milanese».Girata la macchina siamo di nuovo in autostrada, come farebbe per esempio un imprenditore bergamasco che deve andare dal suo fiscalista a Milano, studio in zona Fiera. Sono le 7,21. Il traffico non è opprimente: guidiamo in scioltezza fra i 90 e i 110 all'ora. Delle scene drammatiche vissute per anni, tra le 7 e le 9 del mattino, dai pendolari bergamaschi e bresciani, almeno oggi non c'è ombra. E, giornata fortunata, mancano perfino quella coltre di umidità e quel filo di nebbia che molti di loro, con l'autunno, sembrano portarsi dietro dalle valli. Alle 7,29, pausa caffè nell'area di servizio di Brembo Nord. Al bancone, mentre beve un cappuccino, una ragazza con i capelli biondi, che tutti i giorni va da Verona e Milano per lavoro, è quasi entusiasta: «Solo l'altro giorno sono rimasta inchiodata. Ma c'era un incidente. Prima capitava regolarmente». Mentre la commessa alla cassa manifesta il suo timore, magari irreale, di uno spostamento del traffico merci su questa direttrice: «Spero che la quarta corsia non attiri altri Tir». Lasciata l'area di servizio, si procede spediti fino a Capriate e a Trezzo, dove si supera in scioltezza anche il ponte sull'Adda, uno degli snodi storicamente più snervanti del tragitto: qui, tre corsie e nemmeno una di emergenza, si era spesso tutti in coda. Ci sono macchine e mezzi pesanti ovunque, ma distribuiti in maniera uniforme sulle quattro corsie. Procedendo, da semplici viaggiatori ci si rende conto che, assennatamente, la quarta non è stata realizzata a discapito di quella di emergenza. Alla barriera di Milano Est paghiamo il pedaggio alle 8,06: al netto della pausa caffè, da Bergamo fanno 40 minuti secchi. Mentre ci dà il resto, la casellante racconta sorpresa: «Di solito arrivavano imbufaliti e se la prendevano con me, la prima persona che vedevano. Ora hanno facce distese. Speriamo che vadano a lavorare più di buon umore».
Un auspicio che, di lì a poco, assume quasi il sapore della beffa. Perché, percorsi cento metri dentro al sistema milanese delle tangenziali, tutto cambia: da quattro corsie larghe a tre strette, da 90-110 all'ora alla paralisi, che dura cinque minuti buoni. E, ripartiti, si va a singhiozzo. All'altezza del Cosmo Hotel Palace di Cinisello Balsamo, ancora bloccati, contiamo in un minuto di orologio otto moto e due macchine che sorpassano sulla corsia di emergenza. Alle 8,32 riusciamo a imboccare l'uscita Milano Fiera. Siamo alla vecchia Fiera dopo altri 16 minuti. Il miraggio di un parcheggio, peraltro in un giorno senza manifestazioni espositive, si realizza alle 9 in Via Monte Rosa.
Con la quarta corsia, ci sono voluti 40 minuti di autostrada, in tranquillità, per raggiungere Milano da Bergamo. Ma è servita quasi un'altra ora, di tensione, per arrivare alla meta.
L'itinerario

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