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Dall'amianto al fotovoltaico: il caso della cava di Balangero

di Adriano Moraglio

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16 ottobre 2007

VIDEO / La storia dell'amiantifera Balangero
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Un impianto fotovoltaico tra i più grandi in Italia in quella che fu, negli anni 70, la più importante cava mineraria d'amianto d'Europa. È il progetto che è stato presentato il 16 ottobre a Ciriè (Torino) al ministro per l'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. L'obiettivo è realizzare 5 campi fotovoltaici in cui saranno installati 21.300 moduli da circa 170 Watt cadauno, per una potenza di picco totale prevista intorno ai 3,8 Mwp. «Una prima valutazione dell'attività economico-finanziaria – commenta Massimo Bergamini, direttore della Rsa, la società a capitale pubbilco che ha curato la bonifica del sito – consente di stimare, a pieno regime, un utile lordo pari a circa 400mila euro l'anno, necessario a sostenere i costi fissi di manutezione delle opere a verde e di quelle di sistemazione idrogeologica».

La superficie netta dell'intero campo fotovoltaico sarà di 95mila metri quadrati. La produzione ventennale è prevista in 87.400.000 KWh. quanto ai costi, quelli di impianto per l'installazione e per la gestione su un periodo di vent'anni sono stimati in 24,8 milioni. I ricavi da vendite e incentivi per "conto energia" si aggireranno sui 40 milioni, con un Ebitda su 20 anni di oltre 15 milioni. Le opere in progetto interesseranno essenzialmente i gradoni pianeggianti del versante Sud lato Balangero della miniera, con insolazione ottimale. Il profilo del pendio e la conformazione dei gradoni consentirà di mascherare gli impianti previsti, senza oneri per opere di mitigazione dell'impatto paesistico.

La proposta al Governo è sostenuta fortemente dall'assessore regionale all'Ambiente, Nicola De Ruggiero, da Corrado Scapino, presidente di Rsa e dai sindaci di Balangero e Corio, Pier Domenico Bonino e Laura Monaco. Il territorio dell'ex miniera di amianto, a 30 chilometri da Torino è una regione montuosa di circa 400 ettari, con un complesso industriale dismesso di 40mila metri quadrati. All'interno della cava mineraria c'è un bacino lacustre che raccoglie acqua per 2 milioni di metri cubi. La bonifica dell'area fino al 2006 è costata 17 milioni. Ulteriori otto milioni sono attesi con un nuovo accordo di programma e altri 20 arriveranno per le bonifiche.

L'amiantifera cominciò l'attività negli anni 20 e terminò poco prima della legge che mise al bando l'utilizzo dell'amianto (L,. n.257/1992). Sono in corso indagini del procuratore aggiunto di Torino Raffaele Gauriniello, nell'ambito dell'inchiesta sull'Eternit di Casale Monferrato su almeno cento casi di decessi e malattie da asbestosi di ex dipendenti dell'amiantifera di Balangero. Un apposito comitato, nel 2004, ha affidato una causa all'avvocato Laura D'Amico. "L'indagine, per questo specifico filone – dice il legale - risulta però ancora sostanzialmente ferma".

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