Si gioca sul fronte dei micropagamenti la partita decisiva della lotta al contante. Finora – al di là delle soluzioni pratiche, delle campagne pubblicitarie, dei dati sui costi di gestione dei contanti – la diffusione dell'utilizzo delle carte di pagamento ha sempre dovuto fare i conti con gli esercenti. Per costoro i vantaggi del denaro di plastica sono sempre stati controbilanciati dalle commissioni (fino al 4%) dovute per offrire tale servizio alla clientela. Il risultato: impossibile pagare giornale e caffè, ma anche un panino e una bibita con una carta.
Per gli operatori del settore impegnati nella guerra al contante l'obiettivo è chiaro: gli italiani di carte ne hanno già abbastanza, ma occorre far sì che vengano utilizzate più spesso. Oggi circa il 90% dei pagamenti avviene in contanti e la gestione di monete e banconote costa al sistema Italia 9,9 miliardi all'anno. E non ci sono segnali di grandi miglioramenti: dal 2000 al 2004 la quota di pagamenti cash è passata dal 92,6 al 90,3%, mentre la media europea è del 69% e sta ridimensionandosi più rapidamente.
Per dare un'accelerata in questo senso l'Abi (nello specifico il circuito Bancomat), Visa, MasterCard e American Express hanno deciso di investire 25 milioni di euro in una campagna di informazione che dovrebbe partire a fine anno. Si tratta di un impegno importante e complesso dato che non deve promuovere uno specifico prodotto, si rivolge a un pubblico eterogeneo – dal giovane con la prepagata al manager con la Oro in tasca – e, come sottolinea l'Abi, si devono superare ostacoli culturali più che tecnici. Per questo motivo includerà operazioni promozionali e un concorso legato all'uso delle carte.
Altre iniziative avviate in questa direzione si stanno dimostrando efficaci. Il programma di Poste italiane messo a punto per incentivare l'uso dei pagamenti elettronici ha determinato, nel 2006 rispetto al 2005, un incremento delle transazioni online del 12,3% in volume e del 14,8% in numero. Grazie all'attività di geomarketing focalizzata su Milano e dintorni (dove c'è un'alta percentuale di carte premium) American Express ha registrato nel primo mese di campagna una crescita del 16% dei volumi e del 33% delle transazioni nonché un incremento del 23% del business per gli esercenti aderenti .
Ma per il decollo delle carte nei micropagamenti si guarda con molto interesse alle transazioni contactless (quelle per cui basta avvicinare la card a un lettore), sistema che fa ridurre costi e tempi (l'operazione in sé dura meno di un secondo e 6 in tutto da quando si prende la carta al rilascio dello scontrino). Così si dovrebbero far felici i consumatori, gli esercenti e le banche. Peccato però che per vedere tale soluzione su larga scala in Italia ci vorrà del tempo.
Poste Italiane, in collaborazione con MasterCard, la cui soluzione è stata battezzata "Paypass", sta per avviare un programma sperimentale che utilizza un'evoluzione della carta ricaricabile Postepay.
Visa annuncia progetti pilota per il suo "Paywave" nel 2008, ma più che un test tecnologico sarà comportamentale. Dal punto di vista della tecnologia, infatti, che la soluzione funzioni lo dimostrano le esperienze di altri Paesi dove carte e titolari si contano a centinaia di migliaia. In compenso si deve lavorare sulla consumer experience, sulla collaborazione dei commercianti, sulla rete di accettazione. Questa tecnologia per il momento ha costi superiori a quella già utilizzata e comporta investimenti elevati. È quindi importante partire con il piede giusto per non ritrovarsi in situazioni critiche.
In compenso il mercato potenziale è interessante, dato che le transazioni in contanti sotto i 20 euro valgono complessivamente 25,3 miliardi di euro all'anno