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Efficienza energetica: dai vendor dell'Ict un vademecum per la Ue

di Gianni Rusconi

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4 ottobre 2007

Il report
La sintesi del rapporto
Speciale ecologia e risparmio

AeA Europe. Passa anche per questo acronimo, che sta per American Electronics Association in Europe, l'ardua battaglia contro l'inquinamento atmosferico e l'abuso dei consumi di energia che affligge il Vecchio Continente. AeA è la più grande e più antica associazione del settore hi-tech statunitense e annovera fra i propri membri oltre 2.500 aziende (fra cui Amd, Intel, General Electric, Hewlett Packard, Sun Microsystems e Ibm) attive a vari livelli nell'industria dei semiconduttori, del personal computing e delle telecomunicazioni, con circa 500mila addetti impiegati in Europa. Proprio da questa associazione è scaturito - in un incontro tenutosi a Bruxelles la scorsa settimana alla presenza del Presidente dell'Unione Europea di turno, il portoghese Pedro Nuno Bártolo - un importante monito circa le azioni urgenti da intraprendere per ridurre le emissioni di anidride carbonica nell'ambiente e le dispersioni di risorse energetiche. Con un obiettivo di fondo ben preciso: contribuire in modo concreto a raggiungere gli obiettivi che la Ue si è posta entro la fine del prossimo decennio per ridurre gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
L'industria dell'Information & Communications Technology ha quindi preparato una propria ricetta per impattare sul progressivo peggioramento delle condizioni climatiche che interessano decine e decine di milioni di cittadini europei e tale ricetta è stata presentata agli organi comunitari in un dettagliato report – "Advanced Electronics and Information Technologies: The Innovation-Led Climate Change Solution' – prodotto dalla American Council for an Energy-Efficient Economy (Acee), un'organizzazione non profit indipendente impegnata da tempo sul problematica dell'efficienza energetica. Uno studio allargato a tutti i settori economici più rilevanti e arrivato nelle mani dei responsabili Ue sottoforma di dati, analisi e informazioni relative all'impatto delle tecnologie Ict e dei dispositivi di elettronica di consumo in termini di consumo energetico. I "suggerimenti" che molte aziende protagoniste della scena hi-tech mondiale hanno sviluppato in seno allo studio hanno il comune obiettivo di definire delle linea guida attraverso le quali il settore hi-tech può dare il proprio supporto per centrare l'obiettivo che l'Unione europea ha preventivato per il 2020, e cioè la riduzione dei consumi di energia del 20%. Ma sono tante, e documentate, le opportunità secondo la AeA di produrre sensibili risultati per migliorare lo stato di salute dell'intero pianeta, partendo da un utilizzo "intelligente" delle tecnologie Ict. Stando ai dati elaborati dalla Etno (European Telecommunications Network Operators Association) e dal Wwf, se il 20% dei viaggi d'affari nei Paesi della Ue fossero sostituiti da attività di audio/videoconferenza e telepresenza circa 25 milioni di tonnellate di CO2 potrebbero non essere immesse nell'aria entro il 2010. E se il 10% dei lavoratori dell'Unione potessero operare part-time o in veste di "telecommuters" altro 22 milioni di tonnellate di anidride carbonica sarebbero risparmiati ogni anno. L'Ict, inoltre, potrebbe aiutare a ridurre del 20% le emissioni annuali di diossido di carbonio (circa 260 milioni di tonnellate) nel solo settore delle costruzioni se venissero adottati i cosiddetti Bems, Building Energy Management Systems. E poi tutto ciò che ruota intorno alle applicazioni di Grid computing, tese a impattare i fabbisogni energetici necessari per far funzionare le reti a cui si attaccano centinaia e centinaia di computer.
Lo studio ha quindi evidenziato molti passaggi critici e ribadito anche come dal 1990 in avanti la crescita economica dei Paesi dell'Unione sia stata decuplicata dai consumi energetici, quale risultato di un migliore utilizzo delle risorse (di energia) a disposizione generato dall'adozione di tecnologie avanzate. Gli autori del rapporto hanno infatti sottolineato come l'industria hi-tech sia da tempo impegnata a migliorare i livelli di efficienza energetica su vasta scala (per esempio nell'ambito dei trasporti, e di quello aereo in particolare) ma anche come sia necessario, affinché questa tendenza possa trovare adeguata efficacia e continuità nel tempo, disporre del supporto di un'appropriata politica strutturale che incoraggi lo sviluppo e l'implementazione di determinate tecnologie. Tre, in sostanza, le raccomandazioni che l'AeA ha messo nero su bianco per sensibilizzare i responsabili dell'Action Plan for Energy Efficiency in seno alla Ue: definire una strategia, correlata alle altre iniziative già avviate a livello europeo, per promuovere i benefici che le tecnologie Ict e i device elettronici di nuova generazione possono generare in tema di risparmio energetico e dettagliare le modalità con le quali entrambe possono essere utilizzate in modo trasversale ai vari settori dell'economia o a livello di singoli cittadini, incoraggiare il settore pubblico, tramite nuovi e mirati modelli di acquisto, ad adottare risorse Ict e tecnologie avanzate che abilitino efficienza energetica, supportare e promuovere, infine, l'attività di ricerca e incentivare programmi che abbiano quale fine lo sviluppo di tecnologie in grado di ridurre i consumi di energia. Il tutto attraverso una vasta opera di comunicazione sul territorio, che spazi dai convegni alla formazione e che coinvolga in modo attivo e responsabile istituzioni, mondo accademico, aziende, esperti in materia e l'intero ecosistema associativo pubblico e privato.

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