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«Precari e contenti», la legge Biagi difesa da sinistra

di Andrea Franceschi

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20 ottobre 2007

Vai al blog di Angela Padrone
Ascolta l'intervista dell'autrice su Radio24

«La legge Biagi ha introdotto in Italia il precariato. Una moderna peste bubbonica che colpisce i lavoratori specie in giovane età. Ha trasformato il lavoro in progetti a tempo. La paga in elemosina. I diritti in pretese ingannevoli. Tutto è diventato un progetto per poter applicare la Legge Biagi e creare i nuovi schiavi moderni». Queste sono le parole con cui Beppe Grillo presenta il suo libro denuncia contro il precariato in cui racconta le storie di giovani alle prese con le difficoltà del mercato del lavoro. Un'operazione simile ma di segno opposto quella di Angela Padrone, vice-caporedattrice de «Il Messaggero», che ha recentemente pubblicato per Marsilio editore «Precari e contenti, storie di giovani che ce l'hanno fatta». Una difesa da sinistra della legge Biagi, nonostante il cognome dell'autrice faccia pensare il contrario («Mi perseguita fin dai tempi in cui scendevo in piazza contro i padroni, quelli veri» confessa al Foglio).

«Mi sono sempre appassionata alle vicende difficili del mercato del lavoro – spiega a La Zanzara su Radio 24 - proprio per questo ho deciso di approfondire l'argomento e mi sono accorta che sul tema girano troppi luoghi comuni. Lo sfruttamento e il lavoro nero ci sono sempre stati solo che non si chiamavano precariato. Questa parola è nata quando qualcuno ha voluto regolamentarlo. La legge Biagi non ha portato solo disagi ma anche opportunità di fare esperienza, di mettersi alla prova, di farsi conoscere». I venti giovani, protagonisti del suo libro uscito il 12 settembre, sono passati per stage, contratti a termine, collaborazioni sottopagate e alla fine hanno raggiunto il loro obiettivo professionale. Grazie soprattutto alla «grande passione un lavoro, alla loro determinazione, alla loro testa dura, alla loro voglia di mettersi in gioco. Tutte qualità che valevano un tempo come oggi. Il lavoro flessibile ha degli svantaggi, non lo si può negare, ma offre anche molte opportunità specialmente a chi non ha competenze particolari e che si troverebbe altrimenti disoccupato».

Il tema non è da poco. La manifestazione della Sinistra radicale del 20 ottobre è anche contro la legge 30, vera e propria bestia nera di Rifondazione e compagni. La giornalista ha le idee chiare in proposito. La ricetta giusta non è «l'abolizione del precariato, che sarebbe perfino un danno per i giovani che cercano un lavoro» quanto «politiche di sostegno e incentivi per dare dinamismo a un mercato del lavoro che da noi è fin tropo stagnante». E sul suo blog indica Spagna e la Francia come modelli da seguire. Zapatero che «annuncia aiuti per pagare l'affitto di casa ai giovani fino a 30 anni che guadagnino meno di 22 mila euro l'anno» e Sarcozy, che ha in programma di «riformare le protezioni dei lavoratori, introducendo un contratto unico (al posto di tempo determinato o indeterminato)» mettendo così fine alla «distinzione precari-non precari».

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