Non sarà facile attuare la proposta di installare limitatori di velocità sulle auto. In questi giorni se ne parla sia in Italia sia in ambito Ue, ma ci sono da superare difficoltà procedurali e tecniche. Senza contare che l'utilità pratica del limitatore appare ridotta ai soli ambiti autostradali, dove peraltro la mortalità non è mai stata elevata in assoluto e negli ultimi anni sta ulteriormente diminuendo (si veda il blog "Strade sicure").
Dal punto di vista procedurale, occorrerà raggiungere un accordo a livello europeo e tradurlo in una direttiva. Di solito, anche quando c'è convergenza tra i vari Stati membri, i tempi non sono brevi: la procedura prevede vari passaggi tra Commissione e Parlamento europei, sulla cui velocità non si può nemmeno scommettere perché l'azione di alcune lobby potrebbe essere di ostacolo. E sono da escludere "scorciatoie" a livello nazionale: dal 1993, la materia degli equipaggiamenti delle autovetture è di esclusiva competenza Ue. Questo, per esempio, è il motivo per cui l'Italia è riuscita a rendere obbligatorio il giubbino riflettente per chi scende da un veicolo in sosta di emergenza ma non può sanzionare chi viene fermato e non lo ha con sé: solo una direttiva Ue potrebbe legittimamente imporre la mera presenza dell'indumento a bordo.
Dal punto di vista tecnico, ci sono problemi sia di affidabilità sia di efficacia del limitatore.
Quanto all'affidabilità, qualsiasi dispositivo venga aggiunto agli apparati elettronici di bordo rischia di causare "crisi di rigetto", con irregolarità di funzionamento del motore o addirittura spegnimenti improvvisi. Tutti inconvenienti potenzialmente pericolosi, tanto che - nei non pochi casi in cui si verificano "spontaneamente" - i costruttori sono costretti a effettuare costosi richiami. Lo scoglio maggiore sembra essere lo studio di un limitatore in grado di "dialogare" anche con gli impianti di iniezione elettronica delle prime generazioni (che ormai possono arrivare ad avere anche trent'anni), senza contare che sui modelli a carburatore non è possibile pensare a limitatori di tipo elettronico. Tutto ciò farebbe propendere per un'introduzione dell'obbligo di limitatore solo per le auto nuove (che verrebbero progettate in funzione , con effetti ancor più ridotti sulla sicurezza e rischi di influenzare negativamente il mercato.
Quanto all'efficacia del limitatore, è possibile che accadano le stesse cose già viste per camion e autobus: ci sono specialisti in grado di manometterne le centraline, in modo da non farli scattare. Visto che il dispositivo servirebbe prevalentemente in autostrada, occorre considerare che in questo ambito è già attivo su circa 1.200 chilometri di carreggiate italiane il Tutor, che rileva la velocità media con sensori nell'asfalto e telecamere. Un sistema che non è manomettibile.