La gara per le frequenze a banda larga Wimax è partita con una buone dose di scetticismo e qualche contestazione. Ai dubbi sulle potenzialità tecnologiche si sono sommati due ricorsi al Tar. Altroconsumo, l'associazione di consumatori più attiva nel settore tlc, ha presentato ieri un ricorso contro la delibera dell'Autorità tlc che ha fissato la griglia di regole per il bando di gara messo successivamente a punto dal ministero. Per Altroconsumo mancano vere misure che tutelino gli operatori minori o, tradotto in altri termini, che limitino lo strapotere anche nella nuova tecnologia wireless dell'ex monopolista Telecom e dei gestori mobili Vodafone, Wind e Tre.
La gara rischia uno stop? L'iter procederà senza variazioni, si fa sapere dal ministero, a meno di un «improbabile» intervento dei giudici amministrativi. Intanto, il 22 novembre, il Tar discuterà un altro ricorso, presentato a inizio ottobre da Mgm, società già detentrice di una licenza Wimax in Germania. Anche in questo caso, con il sostegno dell'associazione Anti digital divide, si contesta l'assenza di condizioni per impedire che alla gara partecipino operatori già detentori di frequenze su cui offrire banda larga in mobilità, in pratica gli operatori Umts.
In verità, dei "paletti" ci sono, sebbene, secondo molti tra gli addetti ai lavori, si potesse fare qualcosa in più. Sono previste in tutto 35 autorizzazioni: per 14 (nelle macroregioni) potranno concorrere tutti gli operatori mentre 21 licenze regionali saranno riservate a gestori nonUmts. Nessun vincolo per Telecom, operatore dominante nella banda larga.
Ha poi fatto molto discutere l'assenza nel bando e nel disciplinare di un riferimento esplicito allo standard 802.16e che consentirebbe a un operatore di utilizzare il wimax anche in mobilità (in futuro, magari, in concorrenza con l'Umts). Si tratta di una specifica determinante secondo Ngi (un caso di successo tra gli operatori wireless alternativi ai big) mentre il ministero la considera ininfluente visto il principio di assoluta neutralità tecnologica contenuto nei documenti di gara. Ma non basta. Perché l'Authority tlc critica l'accordo ministero Difesa-Comunicazioni («troppo poche le frequenze liberate dai militari ») e l'Anci, l'associazione dei Comuni, raccoglie con delusione l'assenza di misure a favore dei progetti delle amministrazioni locali per la copertura delle aree in digital divide.