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Emissioni CO2, la direttiva Ue scontenta tutti

di Giovanna Faggionato

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Le nuove norme comporteranno per le imprese italiane un aumento dei costi di produzione del 6%, e per il consumatore una spesa di 1.300 euro in più per veicolo

Entro il 2012 la media di emissioni inquinanti di CO2 delle autovetture immatricolate nell'Unione europea non potrà superare i 120 grammi per chilometro, a fronte dei 160 attuali. Questo il tetto previsto dalla direttiva approvata oggi dalla Commissione europea. Si sono schierati contro i tre vicepresidenti, tra cui l'italiano Franco Frattini. Un voto che getta benzina sul fuco delle polemiche in atto già da mesi.

Berlino mostra i denti. La reazione della Germania e dell'industria automobilistica europea è stata durissima, nei toni e nella sostanza molto più di quanto ci si aspettasse. Ora toccherà ai ministri dell'ambiente (nelle prime settimane di gennaio) e all'Europarlamento occuparsi della questione. Allo stato delle cose lo schema che obbligherebbe l'industria ad aumentare gli sforzi di riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, pena multe salatissime, potrebbe non passare mai. Il portavoce del governo di Berlino è stato chiaro: «Difenderemo le nostre posizioni nei prossimi mesi in modo intenso per bloccare queste proposte totalmente inappropriate».

Le nuove regole.
Secondo il documento di Bruxelles, la misura potrà essere applicata ad auto prodotte sia in Europa che in Paesi extra-europei se immatricolate all'interno dell'Unione. Il valore medio di 130 g/km di emissioni dovute al motore, più un'ulteriore riduzione di 10 g/km con il miglioramento dell'efficenza energetica di altre componenti, come pneumatici e sistema di condizionamento, sarà applicato all'intera flotta di ciascun produttore. Le case automobilistiche potranno quindi fabbricare vetture più inquinanti, a patto di mantenere entro i limiti la produzione complessiva di automobili. Questo meccanismo è regolato da una cosiddetta "curva" che esprime il rapporto tra inquinamento e peso dell'automobile . Ed è stato su questo parametro, fissato al 60%, che si sono sollevate aspre polemiche. Più il valore si avvicina al 100% più vengono favoriti i produttori di auto di grossa cilindrata.

Le polemiche. Secondo fonti comunitarie, tutti e tre i vicepresidenti della Commissione, l'italiano Franco Frattini, il francese Barrot e il tedesco Verheugen, hanno votato contro. I tedeschi, che con i marchi Bmw, Volkswagen-Audi e DaimlerChrisler (Mercedes) emettono mediamente 173 g/km di CO2, puntavano infatti a fissare il valore della curva all' 80%. Lo stesso cancelliere, Angela Merkel, è sul piede di guerra e ha parlato di una «politica discriminatoria» nei confronti delle imprese made in Germany. Dall'altra parte, Francia e Italia, specializzate nella produzione di utilitarie che vantano le prestazioni meno inquinanti, puntavano all' abbassamento della percentuale. Smarcandosi dalle critche incrociate il commissario Ue all'Ambiente , Stavros Dimas, l'ha definita «una decisione equilibrata, che non favorisce né gli uni né gli altri, bensì, i consumatori».

Italia penalizzata.
Ma c'è chi l'ha pensa diversamente. In un comunicato l'Anfia, l' Associazione nazionale filiera industria automobilistica, ha calcolato un aumento dei costi di produzione del 6%. Una spesa che potrebbe ricadere proprio sulle tasche dei consumatori. E la stessa Commissione ha ammesso in giornata che le nuove norme comporteranno per il consumatore un aumento della spesa di circa 1.300 euro a veicolo, che però dovrebbe essere compensato da una diminuzione del costo del carburante.

Marchionne: «Documento molto deludente».
Sergio Marchionne, presidente dell'Acea (costruttori europei) e amministratore delegato di Fiat, si è appellato ai governi e al Parlamento europeo perché rivedano un documento che mina la competitività del settore «è molto deludente: sia i contenuti che il modo in cui è stata adottata sono in netto contrasto con i principi di migliore regolazione». Dall'industria alla politica il coro è senza soluzione di continuità. Il ministro dell'Ambiente, Pecoraro Scanio, ha criticato la mancanza di coraggio della legge, mentre il ministro per le Politiche europee, Emma Bonino, l'ha definita seccamente «inquinante e anticoncorrenziale».

Le multe.
Intanto, per chi non rispetta la famosa curva e il relativo tetto di emissioni, sono previste multe salate: 20 euro per grammo di C02 in più nel 2012, 35 nel 2013, 60 nel 2014 e 95 nel 2015.

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