STRASBURGO - E' «sostanziale» l'aggiustamento del bilancio pubblico italiano compiuto nel 2006 e nel 2007, ma il compito del governo e del parlamento non puo' dirsi concluso per tre motivi: il deficit e' stato portato sotto il 3% del pil grazie all'aumento della pressione fiscale, gli sforzi di consolidamento nel 2008 subiranno una frenata nel 2008, non e' stata colta l'opportunita' di accelerare la riduzione del debito. E' questo il giudizio della Commissione europea contenuto nel rapporto sull'attuazione della strategia di Lisbona.
Il rapporto non contiene giudizi nuovi sulle scelte di finanza pubblica italiana, ma le valutazioni della Commissione europea intervengono proprio nei giorni di 'stretta' parlamentare sulla finanziaria. Di qui la loro importanza. Il risultato del consolidamento del bilancio dopo che e' stato sfondato il 'tetto' del 3% di deficit/pil è stato «sostanziale», un risultato che Bruxelles giudica ovviamente «positivo». Ma ci sono almeno tre cose che non vanno. La prima e' che la gran parte dell'aggiustamento e' stata compiuta nel 2006: «L'Italia non ha pienamente utilizzato le condizionifavorevoli del ciclo economico e del bilancio» per ridurre con maggiore velocita' il debito pubblico. La seconda e' che l'aggiustamento «e' stato ottenuto attraverso un aumento della pressione fiscale e grazie a misure che hanno aumentato il rispetto delle norme fiscali».
La terza cosa che non va riguarda proprio la Finanziaria 2008: il progetto di bilancio che deve essere approvato dal parlamento entro fine anno, «implica che gli sforzi di consolidamento fiscalesaranno frenati, ritardati»l'anno prossimo. Si rileva che l'Italia continuerà a occuparsi di pensioni per limitare l'aumento della spesa pubblica nel lungo termine. Il protocollo con i sindacati e' «un ulteriore passo avanti ma indebolisce le condizioni di eleggibilita' per le pensioni di anzianita' per uno specifico gruppo di lavoratori e lascia aperte questioni cruciali come la definizione dei coefficienti attuariali in linea con l'aumento delle aspettative di vita».
Infine Bruxelles punta l'attenzione sulla spesa sanitaria: i meccanismi di controllo devono funzionare in modo «stringente». Di qui la conclusione: anche per l'Italia resta valida l'indicazione di utilizzare la fase di crescita per raggiungere obiettivi «piu' ambiziosi» di finanza pubblica.