La storia di questa maximulta a Microsoft la si può riassumere così: i rimedi devono essere autentici, e non calibrati su assetti di mercato che non esistevano più, nemmeno nel 2004-2007.
Il centro della contesa si chiama Nt server, un ambiente di rete lanciato da Microsoft a fine anni 90, successore del primo Windows (il 3.1. ancora derivato dal primitivo Ms-Dos) e finalmente alla pari, per robustezza e funzionalità multiutente con Unix e il suo figliolino Linux (da allora molto cresciuto).
Nt, però, aveva un problema, evidente a tutti gli informatici. Protocolli chiusi e segreti per le reti, per la gestione degli utenti, per il dialogo aperto con i sistemi Unix-Linux. Di qui la sentenza del 2004, che imponeva a Microsoft di rendere disponibili ai concorrenti questi protocolli a prezzi ragionevoli. E Microsoft, a suo modo, ha pure ottemperato. Ha messo a disposizione i suoi segreti, ma a prezzi e con modalità tali che solo aziende giganti come Ibm, o Computer Associates o Sun Microsystem, potevano sostenere. In realtà dal 2004 il settore mondiale del software ha subito una drastrica trasformazione. I vecchi ambienti proprietari, tipici dei giganti, sono venuti meno. Al loro posto, intorno alla dominante Microsoft è spuntato un network diffuso di piccole e medie software house attive, e soprattutto sui server, intorno allo standard aperto Linux (che si è via via mangiato anche massima parte del mercato Unix). E queste piccole e medie imprese (Suse, Red Hat, Mandrake...) non aveevano certo le risorse per acquistare "a prezzi ragionevoli" i protocolli segreti di Nt venduti, sotto licenze piuttosto complicate, da Microsoft.
Di qui la sentenza definitiva e la multa. Nel 2004-2007, semplicemente, Microsoft ha ottemperato ai dettami di Bruxelles con soluzioni valide solo per un mercato che ormai non esisteva più. Ma che era da anni, nella sua radicale trasformazione, sotto la lente di tutti gli analisti.
giuseppe.caravita@ilsole24ore.com
27 febbraio 2008