È aumentato anche nel 2007 l'export di armi prodotte dall'industria italiana. La crescita è stata del 9,4% a 2.369 milioni di euro complessivi, considerando il valore delle esportazioni definitive.
Sono esclusi i dati relativi alle autorizzazioni all'export per programmi intergovernativi, cioè le produzioni in cui sono coinvolte industrie di più Paesi, pari a 1.846 milioni. Tra queste spicca l'Eurofighter.
Lo rende noto il Rapporto annuale al Parlamento della Presidenza del Consiglio. L'incremento è significativo perché viene dopo un periodo di impetuosa crescita: il 2006 aveva segnato infatti un incremento del 61% del valore delle licenze di esportazione rilasciate dal ministero degli Esteri.
«L'industria italiana per la difesa ha di fatto consolidato e rilanciato la propria capacità produttiva nel campo delle esportazioni di materiale per la sicurezza e difesa – si legge nel rapporto – confermandosi capace di rimanere competitiva in aree tecnologiche d'avanguardia». Fra le esportazioni autorizzate emergono «l'importante commessa verso il Pakistan per sistemi di difesa antiaerea di punto e le commesse per pattugliatori ed artiglierie navali per la Turchia».
L'azienda al primo posto per valore è Mbda Italia, società missilistica del gruppo Finmeccanica, con 442,9 milioni per la vendita al Pakistan di missili antiaerei Spada. Il Pakistan è al primo posto tra i Paesi destinatari delle armi italiane, con quasi il 20% del totale, pari a 471,6 milioni, davanti a Finlandia (250,96 milioni), Turchia (174,57 milioni), Gran Bretagna (141,77 milioni) e Stati Uniti (137,72 milioni). Al settimo posto la Malaysia, 120 milioni per la fornitura di addestratori Aermacchi Mb339 e sistemi d'artiglieria navale.
Il contratto per i missili al Pakistan è stato autorizzato verso la fine dell'anno. La Farnesina ha atteso diverse settimane prima di firmare la licenza, per l'imbarazzo legato alla delicata situazione politica del Paese.
La seconda azienda esportatrice è la Intermarine, nel settore navale, che fa capo alla Immsi di Roberto Colaninno, con 244,8 milioni. Quindi Fincantieri (191,6 milioni), AgustaWestland (190) e Oto Melara (167,65), entrambe controllate da Finmeccanica.
Nelle operazioni autorizzate del 2007 non c'è una maxicommessa già annunciata da Finmeccanica, la fornitura alla Turchia di elicotteri Agusta A129, perché non è completata la procedura di autorizzazione.
Nel capitolo dedicato alle banche finanziatrice del l'export, il Rapporto spiega che gli «importi autorizzati per istituti di credito» sono 1.224,8 milioni: al primo posto Unicredit banca d'impresa (183,27 milioni, il 14,96% del totale), seguita da Deutsche Bank (173,92 milioni), Intesa Sanpaolo (144,65). Più distanziate Citibank (84 milioni), Bnl (63,82), Abc International Bank (58), Cassa di risparmio di Bologna (53,66), Bnp Paribas (48,39), Hsbc Bank (27,18), Commerzbank (26,98).