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Rifiuti Campania, il fallimento di De Gennaro

di Francesco Prisco

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7 Marzo 2008
Un cumulo di rifiuti accatastati accanto a un'auto per le vie di Napoli

Se il piano presentato il 21 gennaio scorso da Gianni De Gennaro fosse stato realizzabile, la Campania avrebbe oggi almeno un piede fuori della ultradecennale emergenza rifiuti e lo stesso commissario governativo guarderebbe con spirito molto differente ai 64 giorni di mandato che gli restano.

I dati del problema
Ma la realtà è purtroppo ben altra: per le strade, in tutta la regione, giacciono 60mila tonnellate di immondizia, cui vanno sommate 120mila tonnellate di "tal quale" depositato nei siti di trasferenza. Nella sola Napoli, dopo gli interventi straordinari di raccolta di ieri, la spazzatura a terra ha raggiunto le 3.400 tonnellate.
Ancora allarmanti i numeri con cui De Gennaro è chiamato a confrontarsi ma occorre dire che senza un ciclo industriale di smaltimento, senza un sistema di discariche e con una raccolta differenziata che arranca sarebbe stato difficile fare meglio. Da quando si è insediato il supercommissario sta tamponando falle e continua a non darsi per vinto. «Nonostante alcune difficoltà contingenti degli impianti di Cdr - si legge nella nota diramata ieri dal Commissariato - la raccolta dei rifiuti non subirà interruzioni o ritardi gravi». Troppi gli intoppi con cui De Gennaro ha dovuto misurarsi nell'ultima settimana.

No dalla Germania
Innanzitutto lo stop al trasferimento del "tal quale" in Germania (i flussi erano di 700 tonnellate al giorno per un costo di 215 euro a tonnellata) «per la mancata concessione - fa sapere il commissario - delle necessarie autorizzazioni da parte del Paese ricevente». Si tratta ad ogni modo di un problema burocratico temporaneo che, secondo fonti commissariali, dovrebbe rientrare entro la settimana prossima.

Conferimenti sospesi
Si è esaurito poi il «credito di solidarietà» con quasi tutte le 8 regioni che a gennaio si erano dette disponibili ad accogliere l'immondizia campana "ingoiando" circa 80mila tonnellate. Continuano i conferimenti verso l'Abruzzo e la Puglia (rispettivamente di tal quale ed ecoballe) ma proprio ieri De Gennaro ha rilanciato l'appello alla collaborazione, facendo sapere di attendere risposte dalle «Regioni italiane con cui il Commissario delegato mantiene continui e pressanti contatti».

Poche discariche
In sostanza, negli ultimi giorni a reggere il peso dell'emergenza campana, oltre alla preziosa discarica di Serre, hanno contribuito «la sensibilità e solidarietà - sono parole del commissario - dei cittadini di Santa Maria la Fossa e di Grazzanise, in provincia di Caserta, che hanno consentito lo smaltimento dei rifiuti di Napoli e provincia nel sito di stoccaggio provvisorio di Ferrandelle e la particolare sensibilità dei cittadini di Giugliano che hanno accolto la richiesta del Commissariato per l'emergenza di consentire, sia pure solo per dieci giorni, l'abbancamento delle ecoballe sul sito di stoccaggio di Taverna del Re». Il Commissario, in questa concitata fase di emergenza, sta puntando all'apertura delle discariche provinciali previste dalla Legge 87/2007.

A caccia di siti
Al momento sono stati effettuati accertamenti su quelle di Savignano (Av) e Sant'Arcangelo Trimonte (Bn), i cui risultati non sono ancora noti. Nel caso in cui confermino l'utilizzabilità del sito, saranno comunque necessari un paio di mesi di lavoro per l'allestimento. Altre nubi poi sul completamento del termovalorizzatore ad Acerra. L'ordinanza di Prodi che consente di bruciarvi le ecoballe prodotte dai Cdr campani continua, infatti, ad avere conseguenze politiche. Dopo gli incontri con la segreteria generale della presidenza della Repubblica e con De Gennaro, il sindaco di Acerra Espedito Marletta, ha annunciato le proprie dimissioni in quanto, ha sottolineato, «si è deciso di immolare il paese e la sua comunità». Per motivi diversi lascia anche Ciro Turiello l'amministratore delegato di Asìa, la municipalizzata napoletana che gestisce la raccolta.

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