Bollettino mensile di aprile: «Da petrolio e prodotti alimentari rischio di una spirale prezzi-salari»
Dopo gli ultimi dati sull'inflazione in Europa (+3,6% annuo in marzo) diventa sempre più probabile in giugno una revisione al rialzo della stima trimestrale sull'andamento dei prezzi in Eurolandia (+2,9% nel 2008 e +2,1% nel 2009 secondo i dati diffusi in marzo). Lo ha detto Axel Weber, presidente della Bundesbank e consigliere della Bce, giovedì 17 aprile alla Camera di Commercio britannica, aggiungendo che non ci sono motivi, invece, per rivedere le stime sulla crescita economica (+1,7% nel 2008 e +1,8% nel 2009). Secondo Weber, l'inflazione scenderà gradualmente verso il 2% nel 2009, ma si manterrà al disopra di questa soglia, che è il target non ufficiale dellaBce, anche l'anno prossimo.
Weber ha sottolineato che a mantenere a livelli elevati il tasso di inflazione in Europa più a lungo del previsto saranno i prodotti alimentari e l'energia il cui andamento è «motivo di preoccupazione» a Francoforte che teme una trasmissione di questi aumenti sui salari. Gli aumenti di prezzo in questi settori appaiono «più duraturi del previsto» e anche le stime per i prezzi degli alimentari dovranno essere probabilmente rivedute al rialzo. Per vedere tassi d'inflazione inferiori al 3%, ha detto Weber, bisognerà attendere la fine di quest'anno e, in generale, ha aggiunto il banchiere centrale, l'inflazione non sta scendendo «con il dinamismo che vorrei vedere». «Finora - ha aggiunto - i rinnovi salariali concordati nell'area dell'euro non hanno contribuito a contenere la dinamica inflazionistica», ma piuttosto hanno aumentato il rischio di un periodo più prolungato del previsto di inflazione elevata. Weber ha garantito che la Bce si muoverà in modo tale da garantire la stabilizzazione delle attese di inflazione a livelli compatibili con la stabilità dei prezzi e ha definito «adeguato», a questo scopo, l'attuale livello dei tassi di interesse europei (4% il tasso principale di rifinanziamento).
I Paesi che presentano squilibri di bilancio sono sollecitati a compiere ulteriori progressi sulla via del risanamento strutturale, in linea con i dettami del patto di stabilità e crescita». La Bce rinnova il suo monito nel bollettino di aprile - emesso all'indomani della diffusione dei dati sull'inflazione, che a marzo ha toccato il livello record del 3,6% nella zona euro - precisando che «gli ultimi programmi di stabilità presuppongono un incremento del rapporto disavanzo pubblico/Pil dell'area dell'euro nel 2008». L'Eurotower mette in guardia: «È inoltre probabile che si generino ulteriori pressioni sui conti pubblici a seguito della revisione al ribasso, già in atto, di ipotesi macroeconomiche eccessivamente ottimistiche e delle crescenti richieste di allentamento provenienti dalle autorità politiche. Nella fase attuale politiche di bilancio particolarmente prudenti e orientate alla stabilità contribuirebbero anche a contenere le politiche inflazionistiche».
La Banca centrale europea mette in guardia: «Le informazioni più recenti confermano l'esistenza di forti pressioni al rialzo sull'inflazione nel breve periodo. L'area dell'euro attraversa, infatti, una fase piuttosto prolungata di inflazione temporaneamente elevata su dodici mesi, riconducibile principalmente ai rincari dell'energia e dei prodotti alimentari». Secondo la Bce le prospettive a medio termine restano soggette al «rialzo» ed esiste «soprattutto il rischio che il processo di formazione di salari e prezzi acuisca le pressioni inflazionistiche». Ma ulteriori pressioni provengono anche dai rincari dei prodotti alimentari ed energetici nonchè da «incrementi dei prezzi amministrati e delle imposte indirette in aggiunta a quelli previsti finora». In particolare, osserva l'Eurotower, «potrebbe risultare superiore alle attese correnti il potere delle imprese nel determinare i prezzi, segnatamente in segmenti di mercato a bassa concorrenza, e si potrebbe generare una crescita salariale più vigorosa del previsto, tenuto conto dell'elevato grado di utilizzo della capacità produttiva e delle condizioni tese nel mercato del lavoro».
Gli aumenti salariali vanno decisi all'insegna della «moderazione», afferma la Banca centrale europea, e vanno evitati incrementi sulla scia dei rincari di beni energetici e alimentari. Si rischierebbe di innescare destabilizzanti spirali inflazionistiche, ipotesi che l'istituto di Francoforte intende prevenire. No secco, poi, a eventuali meccanismi di scala mobile. «Il consiglio direttivo - recita il bollettino - nutre preoccupazione per l'esistenza di forme di indicizzazione delle retribuzioni nominali a prezzi al consumo». Schemi che comportano che qualunque "shock al rialzo" dell'inflazione favorirebbe spirali salari-prezzi, che andrebbero a detrimento dell'occupazione e della competitività. Per questo il Consiglio direttivo chiede che questi schemi vengano evitati.