ILSOLE24ORE.COM > Notizie Economia e Lavoro ARCHIVIO

Un «filtro» ai blocchi del traffico

di Massimiliano Scagliarini

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
Lunedí 21 Aprile 2008

Il decreto interministeriale è del 1° febbraio ed è stato pubblicato il 17 marzo, ma con ogni probabilità bisognerà aspettare l'autunno per potersi munire di filtri antiparticolato retrofit. Sono filtri – noti anche coi nomi Dpf e Fap (anche se quest'ultimo indica un brevetto specifico del gruppo Citroen-Peugeot) – installabili sulle auto diesel che ne sono sprovviste e che per questo incappano in alcuni blocchi della circolazione imposti a causa dell'inquinamento (si veda l'articolo sotto).

Il filtro antiparticolato serve a trattenere le particelle di Pm10: sono le polveri sottili, che i motori diesel producono più di quelli con altri tipi di alimentazione, anche se omologati nella stessa classe ambientale Euro (si veda la scheda in basso). I filtri montati in fabbrica riescono ad abbattere le polveri fino al 90%; ma molti modelli (soprattutto piccoli e medi) ancora fino a pochi mesi fa il Dpf non lo avevano o lo offrivano solo optional, pur essendo stati acquistati con gli ecoincentivi (per i quali il requisito ecologico era ed è legato alle emissioni di Co2 e non a quelle di polveri). Così molti hanno proposto di imitare il modello tedesco, autorizzando il montaggio (prima vietato) dei retrofit, che però hanno un'efficacia minore, visto che abbattono il 30-60% delle polveri.
Il ministero dei Trasporti, in mancanza di norme europee sulla materia, ha studiato per mesi il decreto interministeriale (di concerto con Ambiente e Salute) che sblocca la situazione e secondo gli addetti ai lavori disegna – almeno sulla carta – un sistema più severo che in Germania.
La situazione non è ancora chiarissima – si veda l'articolo a destra – ma, almeno per i modelli più comuni, i dispositivi dovrebbero essere pronti in tempo per le nuove campagne di limitazioni al traffico, che di solito partono in inverno.

Sull'efficacia dei filtri nella guida di tutti i giorni si dibatte molto, anche riguardo a quelli di serie: il loro funzionamento ottimale necessita di gas di scarico a temperature di 4-600 gradi, irraggiungibili nei brevi spostamenti. In queste condizioni, il filtro tende a intasarsi e per non pochi modelli è stato necessario farli "ripulire" in officina, con disagi e costi: il problema è che la guida urbana non riesce ad attivare la "rigenerazione", processo con cui ogni 400-500 chilometri s'inietta una quantità supplementare di gasolio che consente di alzare la temperatura allo scarico, facendo bruciare le polveri trattenute nel filtro. Anche il prodotto di questa combustione è ritenuto nocivo da alcuni, ma l'opinione prevalente degli studiosi è che si formino principalmente composti volatili, che si dissolvono poco dopo essere stati emessi in aria.
Non è solo la tecnica a creare problemi: ci si mette anche la burocrazia. Innanzitutto perché al momento, se anche fossero disponibili retrofit omologati, ricadrebbero lo stesso nei divieti stabiliti dai Comuni (si veda l'articolo sotto). Comunque a Milano, dove con l'Ecopass le misure antitraffico continuano anche oltre l'inverno, le Euro 4 senza Dpf possono entrare in centro senza pagare il ticket fino al 30 giugno (è una proroga recente).

Un altro problema burocratico riguarda chi il filtro lo ha di serie, ma senza che sia riportato sulla carta di circolazione. Interessa tutte le auto immatricolate sino a inizio 2007, quando la Motorizzazione aggiunse la menzione del filtro nel riquadro numero 3, in basso a sinistra. In Emilia Romagna i Comuni che applicano limitazioni al traffico accettano un'autocertificazione del concessionario. A Milano, dove invece il controllo si fa anche con telecamere, la questione è più complessa: occorre accertarsi che la banca dati dell'ufficio Ecopass contenga informazioni corrette, perché sono stati segnalati alcuni disguidi. Il sistema – spiegano al call center – è stato aggiornato.
Per sapere ufficialmente se un veicolo è dotato di Fap bisogna consultare la scheda di omologazione sui terminali della Motorizzazione. In alternativa, su numerosi siti (ad esempio quello dell'Arpa dell'Emilia Romagna) sono stati pubblicati i codici di omologazione delle auto dotate di filtro divise per fabbricante (il codice è riportato sulla carta di circolazione). La presenza del filtro, soprattutto al Nord e al Centro (dove ci sono i blocchi), è ormai diventata discriminante anche sul mercato dell'usato: la valutazione dei veicoli che ne sono sprovvisti è in caduta libera. Motivo in più per decidere di installarne uno.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER   
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
6 maggio 2010
6 maggio 2010
6 maggio 2010
6 aprile 2010
6 maggio 2010
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-