Chissà se quando ha detto che la Porsche «è un hedge fund che fa anche vetture» Sergio Marchionne pensava anche allo stipendio di Wendelin Wiedeking. L'amministratore delegato del gruppo che produce automobili di lusso e ha comprato la Volkswagen ha guadagnato circa 70 milioni di euro lordi nel 2007. A capo di un'azienda che l'anno scorso ha quasi triplicato i profitti lordi a 5,9 miliardi, Wiedeking è il dirigente più pagato d'Europa.
Una busta paga degna di un professionista dei fondi speculativi. È quasi dieci volte lo stipendio del manager che ha rilanciato la Fiat, corteggiato da molte aziende. Nel 2007 Marchionne ha ricevuto dalla Fiat 6,9 milioni lordi, 167mila euro in meno del presidente Luca Cordero di Montezemolo (7,073 milioni, dovuti soprattutto alla presidenza Ferrari).L'amministratore delegato del Lingotto ha inoltre un tesoretto in stock option Fiat, finora non esercitate, che ai prezzi attuali gli darebbero un guadagno di quasi 90 milioni.
Marchionne è undicesimo nella classifica, non definitiva, degli stipendi dei top manager italiani nel 2007 elaborata nel pay watch
del Sole 24 Ore. Al primo posto i banchieri. Matteo Arpe, ex amministratore delegato di Capitalia, è uscito da via Minghetti il 31 maggio 2007 con 37,4 milioni lordi, di cui 31,2 milioni per «indennità per risoluzione rapporto di lavoro» e 1,28 milioni di Tfr. Ma c'è dell'altro. Oltre a detenere un gruzzolo in stock option non esercitate, Arpe ha incassato circa 15 milioni esercitando il diritto di recesso nella fusione Capitalia- Unicredit su oltre 2,17 milioni di azioni frutto dei suoi investimenti, in larga parte acquistate con la plusvalenza derivante dalle stock option nel 2006.
Il giovane banchiere è il secondo per guadagni complessivi in Europa. Il terzo posto è di Cesare Geronzi, nuovo presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca: in nove mesi l'ex presidente di Capitalia ha ricevuto 23,648 milioni lordi, «di cui 20 milioni –secondo il bilancio – emolumento straordinario che costituisce anche premio alla carriera ». Numero tre italiano è stato Riccardo Ruggiero, con 17,227 milioni all'uscita da Telecom Italia. Più del triplo di Arun Sarin, il dirigente indiano che guida Vodafone, 5,1 milioni di euro.
In Europa, tra gli altri importanti lo svizzero Josef Ackermann, presidente di Deutsche Bank, con 13,98 milioni di euro nel 2007 (+5,8%), con un utile netto in crescita del 7% a 6,5 miliardi.Poi c'è lo statunitense Brady Dougan, a.d. del Credit Suisse: ha avuto 22,3 milioni di franchi, di cui 3,4 milioni in denaro, il resto in azioni, pari a 13,59 milioni in euro.
Il manager italiano più pagato, prendendo solo lo stipendio ordinario senza i casi di buonuscita, è l'a.d. di Unicredit, Alessandro Profumo, con 9,4 milioni lordi, il 39,7% in più del 2006. Profumo ha inoltre ricevuto 575mila azioni gratuite, che non ha venduto, per un valore di mercato all'epoca di 6,812 euro, pari a 3,92 milioni. Profumo guida un colosso. Meno comprensibile il balzo di Adolfo Bizzocchi, direttore generale del piccolo Credito Emiliano, passato da 1,22 milioni a 4,72 milioni nel 2007.
Un capitombolo per Marcel Ospel, l'ex presidente di Ubs al quale i conti in rosso sono costati un taglio del 90% dello stipendio 2,6 milioni di franchi, circa 1,58 milioni in euro. In caduta anche lo sfortunato Daniel Bouton, presidente ed ex a.d. della Société Générale. Colpito dalle perdite su operazioni speculative di cui – secondo la versione ufficiale – non si era accorto, Bouton ha ricevuto lo stipendio base di 1,25 milioni. Ma il consiglio ha deciso di non pagargli il bonus di 2 milioni.
Invece in Italia c'è chi,come Luigi Zunino, presidente e a.d. di Risanamento, si è aumentato lo stipendio del 15% a 4,79 milioni, nonostante l'aumentato delle perdite da 8 a 91 milioni.
