Un giugno del genere i concessionari non lo ricordano da anni, con immatricolazioni tanto al lumicino che al giro di metà mese si contavano appena 58.372 consegne. Parimenti sono rimasti poco frequentati i saloni e nonostante i vari "porte aperte" che, come per il debutto di Delta, le case hanno organizzato. Nel tentativo di risollevare il mercato dopo lo scivolone di maggio che, con una flessione del 17,56% ha visto i cinque mesi in debito di quasi 120mila vetture e di oltre il 10% sui ritmi del 2007.
Annata alla quale è sempre più improbo raffrontarsi, soprattutto con un primo semestre allora partito di gran carriera dopo il varo degli ecoincentivi ed il superamento, a fine maggio, di 1,42milioni di auto nuove, cui si aggiunsero 1,07 milioni nei mesi restanti per suggellare il record di oltre 2,49milioni di immatricolazioni. Mentre ora viene messa in discussione la possibilità di contenere il calo dell'annata entro le due cifre percentuali, con un clima reso ancor più cupo dalle recenti dichiarazioni di Sergio Marchionne su un mercato italiano out che «a giugno sarà un disastro».
Per un andamento in gran parte, tuttavia, obbligato da un portafoglio ordini ridotto ai minimi termini e con attese contenute nelle 200mila immatricolazioni mensili. Ma, dato che spesso piove sul bagnato, è l'agitazione messa in atto dai padroncini a bloccare da giorni diverse bisarche, riducendo gli inoltri alla rete e con un caro petrolio a duplice taglio: prima nel rallentare la propensione al rinnovo dell'auto, poi sottraendo volumi ai già deboli flussi immatricolativi. Di un giugno che solo domani, lunedì 30, ultimo giorno lavorativo del mese, troverà la difficile quadratura con l'emissione di vetture a chilometri zero, per non magnificare i premi trimestrali e semestrali legati per le concessionarie a particolari obbiettivi di vendita.
Una forzatura che dovrebbe permettere di restare aggrappati alle 190mila immatricolazioni per una riduzione nell'ordine del 17% sulle quasi 229mila vetture dello stesso mese 2007 e con un trend analogo a quello dello scorso maggio (i dati ufficiali sulle immatricolazioni di giugno in Italia saranno diffusi martedì 1° luglio). In un semestre che arriverebbe, così, poco oltre gli 1,26 milioni di auto nuove con un calo poco sopra l'11% rispetto all'anno addietro e per una proiezione che, su tale base, porta ad attribuire 2,215 milioni di unità all'intero 2008. In una stima coerente, tra l'altro, con le ultime valutazioni espresse da Unrae, il rappresentante delle case estere sul fatto che «senza fatti nuovi come, per esempio, l'introduzione degli ecoincentivi anche per le auto targate nel 1997 e nel 1998, si prevede una chiusura di anno con 2,2 milioni di immatricolazioni». Livello che risulterebbe il più basso tra quelli spuntati a partire dal 1997 quando, grazie ai bonus per la rottamazione del vecchio circolante, il mercato italiano si è messo a correre su valori compresi tra le 2.493.040 auto nuove del 2007 e le 2.237.663 registrate nel 2005.
Annata la cui prima metà si limitò a 1.227.995 consegne, livello addirittura inferiore a quanto risulterà dal semestre attuale e con la possibilità che, sulla falsariga di analoghi andamenti, i prossimi mesi arrivino a traguardare circa un milione di vetture, per un conseguente cumulato del 2008 nell'ordine dei 2,25milioni di immatricolazioni e con una flessione limitata, in tale ipotesi, entro il 10% rispetto al 2007.
In attesa degli sviluppi resta, comunque, il fatto che la marcata flessione del periodo è particolarmente penalizzante per i ritmi industriali del Lingotto che, sia pure con uno share migliorato di circa mezzo punto sull'annata precedente, si avvia a concludere il semestre italiano con consegna dei brand Fiat, Alfa e Lancia, nell'ordine delle 405mila unità mentre sfioravano le 450mila quelle di un anno fa e con la perdita di circa 45mila vetture. Scenario che, in Lancia, riguarda più Ypsilon di Musa e che in Alfa Romeo con la MiTo assemblata a Mirafiori, investe 147 e 159 mentre in Fiat al relativo calo di gradimento su Grande Punto si sta cercando di porre rimedio con una nuova serie dotata, tra l'altro, di Esp su tutte le versioni; con la collegata possibilità di rallentamenti produttivi sia per Termini Imerese e Pomigliano sia, in termini diversi per Melfi.
Anche se lo scompenso italiano viene mitigato da un quadro europeo che vede il gruppo torinese non troppo distante dai volumi di vendita del 2007, in un consolidato dell'Unione allargata che a tutto maggio conta quasi 567mila vetture italiane, rispetto alle circa 577mila pregresse e con la perdita di nemmeno 10mila nuove auto, su un mercato continentale comunque in calo nel frattempo di oltre 60mila immatricolazioni.