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Brunetta: «La manovra per il triennio 2009-2011 sarà di 36 miliardi»

di Nicoletta Cottone

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5 giugno 2008

La manovra per il triennio 2009-2011 sarà di circa 36 miliardi. Lo ha annunciato il ministro per la Pubblica amministrazione e l'innovazione Renato Brunetta nel corso di un'audizione alla Camera in commissione Affari costituzionali. «La manovra correttiva strutturale - ha detto Brunetta - sarà eccedente i 10 miliardi l'anno
per tre anni. Probabilmente si arriverà a 12 miliardi l'anno per il triennio». La manovra correttiva seguirà il percorso tracciato dal governo Prodi con la Ue per arrivare al pareggio di bilancio nel 2011. Fra le novità si pensa di estendere la class action al settore pubblico. «Sto cercando di dare una voce concreta ai cittadini - spiega il ministro - per punire chi non fa il proprio lavoro con l'estensione della class action al settore pubblico dove chi perde va a casa».

Il contributo che verrà alla manovra dal ministero di Brunetta, sottolinea il ministro, sarà sì in tagli, ma soprattutto in termini di maggiore crescita ed efficienza. Il decreto correttivo con la manovra di stabilizzazione di Tremonti sarà varato il 18 giugno, accompagnato da un collegato pacchetto di ddl e deleghe. Sarà un decreto, dice Brunetta, a base di antibiotici e vitamine: da una parte per correggere l'andamento della finanza pubblica, dall'altra per introdurre razionalizzazioni e semplificazioni. Privatizzazioni e liberalizzazione, come nelle public utilities, e una manovra fiscale e contributiva. Sul fronte degli interventi nel settore pubblico, ci sono premi e incentivi, ma anche tutti i meccanismi per far funzionare al meglio la Pubblica amministrazione. «Un ottimo lavoro - ha detto Brunetta - lo sta facendo Calderoni, per migliorare la qualità e l'efficienza della macchina pubblica». Quanto al ministro dell'Economia, «Tremonti il lavoro lo sta facendo insieme ai ministri "più attrezzati" su questi temi».

Il ministro ha anche annunciato che «martedì ci sarà un altro incontro con i sindacati e le categorie» sulla riforma del pubblico impiego. «Il rapporto con i sindacati - ha sottolineato Brunetta – è continuo».

Fra le novità per il pubblico impiego si sta lavorando su una sorta di aspettativa non retribuita per provare a lanciarsi nel settore privato. Nel corso dell'audizione il ministro ha detto che nel pubblico «i primi fannulloni sono i loro datori di lavoro» che lasciano i dipendenti allo "sbando". Nel lavoro pubblico, secondo le linee programmatiche di riforma della Pubblica amministrazione del ministro, occorre introdurre nel lavoro pubblico la figura del datore di lavoro a cui sia possibile imputare l'eventuale responsabilità di un fallimento dell'amministrazione. La ricetta basata su riconoscimenti e premi per chi si dà da fare e sanzioni per chi non fa il suo dovere porterà, secondo il ministro, a innalzare la produttività del settore pubblico. In questo modo i cittadini riceveranno servizi migliori e in tempi più rapidi. Se ci sono delle punte di eccellenza nella Pubblica amministrazione, ha detto il ministro, non é certo per merito dei manager ma per l'iniziativa e "il buon cuore dei lavoratori".

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