KRAGUJEVAC
«Lei non può capire cosa vuol dire lavorare per un regime come quello di Milosevic». Veroljub Stevanovic, sindaco di Kragujevac, ha lavorato per parecchi anni alla Zastava, prima come ingegnere naolaureato, poi come responsabile del reparto di montaggio. Nel '92, racconta, fu licenziato (insieme alla moglie) per motivi politici. E in politica decise di entrare: fu eletto al parlamento serbo nel periodo più turbolento della storia recente, dal 1993 al 2001, e fu per pochi mesi anche ministro dell'Industria. Oltre alla poltrona di sindaco ha conservato il seggio in Parlamento, il che non ha certo danneggiato
«L'arrivo della Fiat è per noi molto importante. Se avessimo potuto scegliere noi, avremmo certamente scelto Torino. Tutti noi abbiamo studiato alla scuola Fiat» dice. «C'era persino la documentazione in italiano, fino agli anni 90. Così adesso non ci sarà bisogno di troppo tempo per i corsi di addestramento». Il tasso di disoccupazione è elevato, è vero. Ma Stevanovic vanta i successi della sua amministrazione: «In tre anni abbiamo creato 16mila posti di lavoro».
Com'è che il dossier Zastava, fermo per anni, ha preso un'accelerazione improvvisa negli ultimi dodici mesi? «La soluzione della questione dei debiti pregressi (chiusa nel 2004, ndr) ha avuto un peso. E un grande merito va all'attuale ministro dell'Economia, Mladjan Dinkic, che si è mosso in maniera molto decisa». Tra i lavori infrastrutturali manca ancora il collegamento con l'autostrada per Belgrado. La scadenza del 2010 non è troppo ottimista, visto che non c'è un cantiere aperto? Qui rispunta un po' di gioco delle parti con la capitale: «Il progetto è già finanziato – dice Stevanovic –. Per i tempi dipende ora dal Governo».