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Alleanze industriali, cosa sono e perché si fanno

di Mario Cianflone

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8 luglio 2008

Fiat rilancia sulle alleanze industriali, su quei patti sempre più numerosi tra costruttori. Accordi che servono per produttore insieme motori o intere vetture.

Il Lingotto ha raggiunto un "memorandum d'intesa" con Bmw. Non vi sarà alcun incrocio, alcun trapianto di organi, tra le auto del gruppo italiano, a trazione anteriore in tutti i segmenti, e le prestigiose vetture a trazione posteriore della casa bavarese.

L'accordo riguarda infatti le piccole "tutto avanti" Mini e Alfa Romeo Mito e quindi, di riflesso, la prossima generazione della Punto. Fiat per realizzare l'attuale segmento B si era avvalsa della collaborazione di Opel all'interno del naufragato matrimonio con General Motors. Infatti la Grande Punto e Corsa sono strettamente imparentate, e i frutti di quel patto si vedono anche nella nuova Alfa Romeo Mito. L'alleanza tra Fiat e Bmw riguarderebbe la piattaforma, ovvero il pianale dell'auto, cioè la base sulla quale costruire modelli anche molto diversi, come per esempio la Fiat 500 e la prossima Ford Ka. Due vetture, queste, diverse per estetica e la collocazione di mercato, ma sostanzialmente uguali meccanicamente.

Sembrano al momento esclusi i motori, anche se non si escludo estensioni del patto. Del resto la casa tedesca monta sulla Mini motori a benzina sviluppati congiutamente con Psa (Peugeot Citroën) mentre i diesel sono realizzati dal gruppo francese insieme a Ford. Il 1.560cc della mini rappresenta un classico del mondo common rail: batte sul cofano di decine di modelli diversi, dalla Citroën C3 alla C4, dalla Peugeot 307/380 fino alla Ford Fiesta e alla Focus. E si tratta solo di esempi, che danno però la misura della globalizzazione in atto nell'industria dell'automobile, dove le case sono sempre più simili a sinstemi integrati nel mondo dell'information technology.

Il patto tra Fiat e Bmw riguarda dunque la base della vettura sulla quale poi montare propulsori di diversa estrazione e da vestire con carrozzerie totalmente differenti. Il Lingotto vanta un'esperienza fenomenale nei pianali a trazione anteriore, un'esperienza che affonda dai lontani tempi delle 128 e 127, che dal punto di vista architetturale erano una spanna sopra le concorrenti. E ancora adesso quello schema meccanico, trazione anteriore, motore trasversale, sospensione McPherson, è il più diffuso in tutti i segmenti dalle piccole alle grandi, fino alle monovolume. La Mini di Bmw è invece stata la prima "tutto avanti" della casa tedesca e la futura generazione non potrà che beneficiare dell'apporto tecnico italiano.


L'accordo potrebbe anche fornire a Fiat un supporto per il ritorno dell'Alfa Romeo sul mercato americano e, in linea terorica potrebbe anche portare il biscione a recuperare la trazione posteeriore, magari su berline top di gamma come la futura 169.


Con alleanze industriali di questo tipo di abbattono i costi di sviluppo e si condividono risorse tecniche e prodotti. Insomma si realizzano vantaggi condivisi anche tra concorrenti. Numerosi i casi degli ultimi anni. I costruttori da anni tendono a condividere i costi di progettazione e di produzione per abbattere i rischi e cercare qualche possibilità in più di ritorno degli investimenti. L'obiettivo è costruire insieme, differenziare i prodotti con leggeri face-lifting o con diversità nella composizione della gamma di motorizzazioni e di allestimenti. Emblematico è il caso di Toyota che con il concorrente Psa assembla in Romania le piccole Aygo, C1 e 107, vetture identiche nella struttura, con quasi la totalità di componenti in comune (e questo riduce i costi anche degli approvvigionamenti dai fornitori) che si distinguono però in modo netto grazie a un diverso design del frontale (fascione e calandra).

Collaborazioni industriali che non prevedono fusioni o matrimoni sono state utilizzate anche da Fiat nel settore dei monovolume. Il Lingotto fabbrica insieme a Psa le sue Lancia Ulysse, Lancia Phedra nelle stesse linee dalle quali escono le Peugeot 806 e le Citroën C8. Due competitor agguerriti come Ford e Volkswagen si erano messi insieme per costruire le gemelle Ford Galaxy, le Vw Sharan e le Seat Alhambra, alleanza che però è stata conclusa. Tra i casi più recenti vi è l'alleanza tra Fiat e Ford per produrre la nuova Ka insieme alla 500. Qui il gruppo dell'ovale blu necessitava di coprire il segmento A in modo adeguato. La Ka attualmente in vendita è troppo "anziana". Ka, nata nel 1996, ha subìto solo modifiche dettaglio in quasi 10 anni di carriera e, a dispetto della linea molto moderna e di frontiera al momento della presentazione (stile new edge), è una macchina dalla tecnologia piuttosto conservatrice, per non dire obsoleta. Il pianale deriva da quello della Fiesta seconda serie del 1989 mentre il motore 1.300 (1.297 cc) è un aggiornamento del vecchio Kent, un vetusto ma valido "aste e bilancieri" tutto in ghisa, che ha fatto la storia della Ford europea. La sua prima apparizione avvenne nel 1959 nel cofano della Anglia.

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