La crescita dei prezzi delle abitazioni in Italia è meno brusca rispetto al tracollo del mercato immobiliare statunitense e delle difficoltà che attraversano i mercati continentali.
Lo sottolinea Nomisma nel rapporto di metà anno. In Italia è «improbabile che le quotazioni possano ridimensionarsi come in Spagna, per eccesso di offerta» perché durante il boom immobiliare 1998-2007 in Italia si è costruito meno. Ridotto il rischio di un'offerta gonfiata dalle case messe all'asta dalle banche, come negli Stai Uniti: l'indebitamento delle famiglie italiane è molto inferiore e «le situazioni di insolvenza, stanti le politiche prudenti» sia delle banche sia delle famiglie, «fanno sì che il fenomeno oggi sia sotto controllo, sebbene in tendenziale incremento».
Infine, la crescita dei valori immobiliari italiani è stata più contenuta rispetto a buona parte delle economie occidentali - del 104% nel periodo 1997-2008 rispetto al 220% dell'Irlanda, al 202% della Gran Bretagna e al 195% della Spagna - quindi «ci si attende una correzione dei valori meno traumatica».