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Servizi locali, i dubbi di Catricalà

di Orazio Carabini

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24 LUGLIO 2008
catricalà/ presidente dell'Authority

«Speculatori, vil razza dannata, per qual prezzo vendeste il mio bene? »,direbbe Rigoletto. Nella pattuglia che il ministro Giulio Tremonti sta formando per contrastarli, il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà è stato arruolato d'ufficio.Ha già incontrato il suo collega della Consob Lamberto Cardia e si appresta a prender parte, martedì 29, a un atteso Cicr (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio). Ma si può fare qualcosa contro la speculazione? «Sarebbe sbagliato dire "Non possumus" – risponde Catricalà in questa intervista al Sole24Ore –, qualcosa si può fare ».

Che piano d'azione avete fatto con Cardia?
Abbiamo convenuto che non si può ignorare l'osservazione di Tremonti. È corretta: bisogna verificare che non ci siano fenomeni speculativi dietro l'andamento dei mercati finanziari e delle materie prime. Ciascuno di noi sensibilizzerà le proprie consorelle europee e mondiali. Per quanto riguarda l'Antitrust, del resto, il tema della speculazione è molto vicino a quello dell'intesa collusiva. Il confine è labile e se viene superato noi siamo obbligati a intervenire.

Tutto questo resta abbastanza vago.
Non direi. Tanto per cominciare abbiamo già segnalato alla Commissione europea un presunto cartello nel settore dei cereali e sono state effettuate alcune ispezioni presso le società coinvolte. Questa è un'indagine che prende spunto dai Nuclei speciali della Guardia di Finanza e da una una nostra iniziativa nei confronti della Ue. Inoltre la Commissione ha costituito una task force per studiare eventuali comportamenti collusivi sui mercati delle materie prime alimentari. Come primo campione sono stati scelti il latte e ancora i cereali.

Lei si è formato un'idea? La speculazione ha delle responsabilità nell'impazzimento dei mercati?
Le responsabilità, se ci sono, vanno individuate. Può darsi che si debba intervenire sulla regolamentazione dei mercati. Per esempio, rendendo identificabile chi tratta i derivati. Ma non è una materia di nostra competenza. Noi possiamo e dobbiamo intervenire quando sospettiamo atteggiamenti collusivi.

Il cartello più evidente e più intoccabile è l'Opec che riunisce la maggioranza dei paesi produttori di petrolio.
Negli Stati Uniti stanno studiando il problema e anche l'Europa dovrebbe farlo. A esportare petrolio sono delle imprese, non gli Stati.

Il Cicr segnerà l'inizio di un'offensiva del Governo e delle authorities a favore dei risparmiatori?
Non conosco ancora l'ordine del giorno definitivo. Il presidente della Consob ed io partecipiamo
solo alla parte generale in cui si parlerà, presumo, della situazione generale dell'economia.

Un segnale ai risparmiatori bisognerà pur mandarlo.
Noi ci occupiamo della parte di nostra competenza. E abbiamo due fronti importanti aperti con le banche che riguardano pratiche commerciali scorrette: la portabilità dei mutui, che non è ancora gratuita, e la commissione di massimo scoperto, che va abolita.

Non avverte, in questo periodo di turbolenza finanziaria e di difficoltà congiunturali, una tendenza "riflusso", un'insofferenza nei confronti delle politiche dell'offerta e in particolare di quelle a favore della concorrenza?
Certo,l'ho segnalato anche nella mia ultima Relazione annuale. Con l'attuale scenario economico tutti tendono a farsi proteggere, a cercare valori diversi da quelli che caratterizzano l'economia di mercato. Sono errori macroscopici quelli dei governi che si prestano. Adottando provvedimenti protezionistici, essi portano solo un impoverimento della nazione. La concorrenza favorisce la crescita ed è l'unica leva che può portare più benessere in un momento di crisi economica.

Nella riforma dei servizi pubblici locali ci sono alcune criticità: la pubblicizzazione delle reti, la definizione dei bacini, le gare entro dieci anni salvo eccezioni.
Domani (oggi per chi legge) il collegio dell'Antitrust esaminerà il provvedimento e segnalerà al Governo quelle che giudica delle criticità in una riforma che va nella giusta direzione. Di sicuro se tocca all'Antitrust verificare se le deroghe alle gare decise dai Comuni sono ammissibili, bisogna dotarla di almeno 40 funzionari in più e quindi servono i soldi per assumerli.

Sulla vicenda della concessione di Autostrade per l'Italia (Aspi) siete stati contraddetti dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici che giudica positivamente la nuova convenzione firmata da Anas e Aspi.
Noi restiamo della nostra idea. Ora bisogna evitare che in futuro altri provvedimenti amministrativi siano sostituiti da atti legislativi. E questo riguarda le altre autostrade che devono rinnovare la concessione. Purtroppo rischia di esserci una disparità di trattamento tra chi ha avuto la convenzione approvata per legge e chi è passato o passerà per la trafila Cipe- Nars (organi tecnici del Governo, ndr). La responsabilità di questi atti però deve essere del Governo, non del Parlamento. La questione riguarda anche gli aeroporti. L'Enac doveva fare i contratti di programma con i gestori ma non c'è mai riuscito. Così ha fissato le tariffe con atto unilaterale che, a questo punto, diventa politico e sarebbe meglio se fosse il ministro ad adottarlo.

  CONTINUA ...»

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