«La politica economica deve ora abbattere il debito e contribuire alla ripresa della crescita con servizi pubblici migliori e una riduzione del carico fiscale»: lo ha detto il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, in audizione in Parlamento sul Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria). Tra gli strumenti individuati al miglioramento dei conti dello Stato c'è il taglio della spesa. «È positivo - ha precisato il numero uno di Palazzo Koch - che la riduzione della spesa svolga un ruolo preponderante nel processo di consolidamento dei conti pubblici».
Il punto è che il peso del fisco, ha spiegato Draghi, si è assestato da anni a un livello elevato. Così «è importante che i progressi nel contenimento della spesa e nella lotta contro l'evasione fiscale si traducano quanto prima in riduzioni delle aliquote d'imposta compatibilmente con il rispetto degli
obiettivi di bilancio».
E ancora in materia di bilancio «il Dpef conferma l'obiettivo del pareggio nel 2011 nonostante la difficile situazione congiunturale. È un segnale di continuità negli impegni del nostro paese nei confronti dei partner europei». Il raggiungimento del pareggio, «affidato all'aumento dell'avanzo primario, garantirà una rapida riduzione del rapporto tra debito e prodotto, un obiettivo essenziale alla luce delle sfavorevoli prospettive demografiche per i prossimi decenni». In ogni caso «nel 2008 i conti pubblici peggioreranno (come già indicato dall'ex ministro Padoa-Schioppa, ndr) per il rallentamento dell'economia e le misure di bilancio».
Sempre a proposito di tasse Draghi ha concordato con la Corte dei conti sull'introduzione della nuova Robin Hood Tax. L'inasprimento fiscale nei confronti delle banche deciso dal governo potrebbe riflettersi sui clienti degli istituti di credito. «L'inasprimento del prelievo a carico delle banche - ha detto il governatore - potrebbe riflettersi sulle condizioni offerte ai depositanti e ai prenditori di credito e in minori risorse per gli intermediari da accantonare a patrimonio».