Il Governo deve chiedere alla sua maggioranza di riritirare la legge contro la «regolarizzazione» dei precari. Lo ribadisce oggi 28 luglio il leader della Ggil, Guglielmo Epifani, anche alla luce della frenata dei ministri Maurizio Sacconi (Welfare) e Renato Brunetta (Funzione pubblica).
Secondo Epifani, l'introduzione della norma è dovuta all'azione di una «lobby», che però «è segno di una una riduzione di diritti di persone e precari». E ha proseguito: «Governo e maggioranza si stanno rimbalzando le responsabilità mi auguro che il Governo chieda alla maggioranza di ritirare il provvedimento». Il segretario della Cgil ha poi rilevato che si tratta di «una norma di carattere generale per sanare una situazione particolare». «È singolare », osserva Epifani e anche da questo punto di vista «non ha senso».
A margine di un convegno su Salvatore Allende, Epifani esprime in generale un giudizio negativo sulla politica del Governo. «Il lavoro che sta facendo - ha aggiunto - è chirurgico e a differenza dell'altra volta sull'articolo 18 non affronta di petto lo scontro con i sindacati, ma cerca di aggirare il tema». Il successore di Sergio Cofferati alla guida della Cgil ha poi notato che in questo modo «si fa cadere il palazzo dei diritti». Nel frattempo, contro la norma anti-precari «c'è la possibilità di ricorrere alle vie giudiziarie per valutare se esista un profilo di incostituzionalità. In ogni caso occorre reagire a queste manomissioni dell'accordo del 23 luglio. Il Governo sta interferendo non rispettando l'autonomia delle parti e intervenendo pesantemente».