Sarà Arata Isozaki a costruire la nuova stazione centrale di Bologna. L'architetto giapponese è stato scelto per progettare il nuovo complesso integrato di stazione in cui convergeranno treni regionali, nazionali e internazionali e ovviamente l'alta velocità. L'annuncio è stato dato dall'a.d. delle Ferrovie dello Stato, l'ingegnere Mauro Moretti a margine della conferenza organizzata da Fs sul tema della mobilità durante il Congresso mondiale dell'architettura in corso a Torino, che ha annunciato l'apertura della Tav Bologna-Milano per il 14 dicembre prossimo.
Isozaki, già conosciuto in Italia per il Palahockey costruito insieme allo studio Arup nel capoluogo piemontese, va ad aggiungersi dunque alla fila di "archistar" che Fs ha assoldato per rilanciare l'immagine (e la sorte) delle ferrovie italiane: dopo l'anglo-irachena Zaha Hadid per la stazione di Afragola (Napoli) e Sir Norman Foster per quella di Firenze, è il momento del grande architetto giapponese, a cui tocca l'onere di ricostruire la maglia urbana interrotta dalla ferrovia.
Il punto centrale del progetto sembra essere l'assenza di grattacieli che - da quelli di Renzo Piano a Torino al progetto Citylife di Milano - sono diventati uno dei bersagli preferiti dall'opinione pubblica. Tutti gli edifici intorno alla stazione saranno infatti realizzati a pari altezza.
"So che non si può risolvere tutto con i grandi architetti, ha dichiarato Moretti, e che bisogna ripensare globalmente le aree urbane che circondano le stazioni". Per l'amministratore delegato, dopo cinquanta anni di blocco "è ora di ricominciare a costruire stazioni in Italia": " A differenza degli altri Paesi europei che hanno un centro importante e su cui investire tutti gli sforzi – ha dichiarato - l'Italia è multicentrica. Abbiamo tante città importanti ed estese che solo se inserite in una grande rete europea hanno la possibilità di competere".
L'importanza dei luoghi della mobilità è stato il tema centrale del convegno, che ha portato a confrontarsi alcuni dei progettisti più importanti del momento: da Augusto Cagnardi, che sta disegnando la Spina Centrale di Torino, a Paolo Desideri, responsabile di quattro stazioni della futura linea della metropolitana B1 di Roma e della nuova stazione Tiburtina, fino al grande urbanista Bernhard Winkler. Pur nella diversità dei vari progetti, tutti gli architetti intervenuti sembrano concordare su un punto: le stazione dell'alta velocità sono le nuove "porte" strategiche delle città. "Sempre di più – ha spiegato l'architetto Desideri mostrando i progetti romani- rappresentano un tema che non si esaurisce nel solo trasporto, ma rappresentano delle occasioni importanti: garantendo una presenza costante di flussi, possono diventare delle forti opportunità di commercio e di servizi". Desideri ha spiegato che sono previsti cento mila transiti giornalieri per la stazione di Firenze, settanta mila per quella di Torino, e circa ottantamila per quelle di Napoli e Bologna. Come rendere allora "godibile" l'area di un flusso così massiccio? Le proposte sono diverse: si va dalla costruzione di auditorium, come nel caso di Firenze e Castellammare di Stabbia (Corvino + Multari architetti) alle spa. L'obiettivo è quello di restituire alla città uno spazio pubblico che sia fruibile 24 ore al giorno. " Sia per motivi di sicurezza, che per motivi di confort, le Tav avvicinano sempre di più le stazioni agli aeroporti.- ha affermato Desideri-. La sfida per l'architettura è radicare l'atopia tipica dell'aeroporto a un contesto urbano".