«Chiederemo in Europa l'applicazione dell'articolo 81 del trattato di Roma: è l'articolo che riguarda le manipolazioni di mercato, che abbiamo ragione di tenere che si applichi anche ad operatori che non sono dentro il perimetro europeo». È quanto ha affermato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti durante l'audizione del Dpef sostenendo che la «peste» che attanaglia i mercati - a cominciare dal credit crunch originato un anno fa dalla crisi dei mutui subprime americani - può essere definita da una sola parola: «Speculazione».
«Dobbiamo agire ed avere chiara una valutazione di questo», ha detto Tremonti che ha spiegato di aver sentito anche ieri sostenere da qualcuno che non ci sono «evidenze oggettive» della crisi. «Possiamo anche dire che i prezzi dipendono dal caso - ha poi detto riferendosi ad un altro aspetto delle difficoltà dei mercati -. C'è uno che oggi ha notato che i prezzi sono saliti per le famiglie. Finalmente se ne sono accorti anche loro. Se c'è un travaso di ricchezza dall'Europa verso il resto, la cosa da fare è almeno quello di avere una reazione contro lo speculazione».
Tremonti ha ricordato di aver posto a livello europeo anche il nodo delle commodities, come il petrolio e il grano. «Se una grande banca d'affari dice che c'è il petrolio che va a 200 dollari - ha spiegato Tremonti - c'è il rischio che a quel livello si arrivi davvero. Magari perchè la stessa banca d'affari ha acquistato future a quel livello. Io ho chiesto questo e abbiamo ottenuto l'avvio di una indagine da fare con il fondo monetario sulla speculazione. Secondo me c'è poco da indagare ma bisogna parlare di questo».