Il prodotto nazionale lordo nei Paesi dell'Eurozona nel secondo trimestre cala dello 0,2%: è la prima contrazione in assoluto nell'area. Fino ad oggi, infatti, l'economia della zona euro era sempre risultata positiva su base congiunturale (cioè trimestre su trimestre), ad eccezione del secondo trimestre del 2003, quando il pil era rimasto invariato. Andando più a ritroso nel tempo e facendo riferimento al periodo anteriore alla nascita di Eurolandia, i Paesi che attualmente fanno parte dell'euro avevano accusato una crescita negativa nel loro complesso nel lontano 1993.
Germania, Francia e Italia le peggiori. I segnali in questa senso erano già arrivati dall'arretramento del Pil della Germania (-0,5%) e della Francia (-0,3%). Tra le grandi economie dell'area euro è arretrata nel secondo trimestre anche l'Italia (-0,3%) mentre la Spagna si è fermata su un modesto +0,1%. Tra le economie più piccole la crescita tra marzo e giugno è stata positiva ma in forte frenata. In Austria ha rallentato da +0,6% del primo trimestre a +0,4%, in Belgio da +0,5% a +0,3%, a Cipro da +1,1% a +0,7% e in Grecia da +1,1% a +0,6%. Crescita ferma in Olanda, mentre solo il Portogallo é andato in controtendenza con un'accelerazione del pil da -0,1% a +0,4%.
Consumi al palo. Per spiegare la frenata bisogna guardare innanzitutto all'andamento negativo dei consumi, scesi dello 0,9% in termini reali nel secondo trimestre con il settore automobilistico che ha sofferto una flessione del 4%. Questo a fronte di salari e retribuzioni ferme e ad una disoccupazione che é tornata, seppure leggermente, a crescere. Di conseguenza la produzione industriale é diminuita dello 0,6% trascinando al ribasso anche gli investimenti. Per queste ragioni gli analisti non sono ottimisti per i prossimi mesi che potrebbero continuare con un'intonazione stagnante. Gli indicatori previsionali, come la fiducia delle imprese, indicano aspettative negative anche per l'estate e la stessa Banca Centrale Europea prevede che il ciclo economico stagnante possa proseguire per tutto il terzo trimestre.
Inflazione rivista al ribasso. Il tasso di inflazione annuale in luglio nell'area euro è invece del 4%, invariato rispetto a giugno. L'anno scorso il tasso era dell'1,8%. Il dato è stato rivisto al ribasso rispetto alle stime flash che indicavano un incremento dal 4 al 4,1%. Il tasso di inflazione mensile ha registrato un -0,2%. Nella Ue l'inflazione è stata del 4,4% in aumento rispetto al 4,3% di giugno (un anno prima era 2%) mentre il tasso mensile è stato in calo dello 0,1%. In Italia il tasso annuale a luglio era del 4%.