Avranno tempo fino all'inizio di dicembre i mutuatari messi all'angolo dal caro-rate per accettare la proposta di rinegoziazione dei prestiti prevista dalla convenzione Abi-Tesoro.
Nelle lettere che le banche stanno spedendo in questi giorni ai sottoscrittori di mutui a tasso variabile (anteriori al 28 maggio 2008) viene, infatti, concesso un termine di tre mesi per decidere il da farsi. Un termine generalmente collegato dagli istituti di credito al ricevimento della comunicazione ovvero già fissato a una data precisa.
È bene fin da subito precisare che sono le singole banche a stabilire – a seconda delle proprie esigenze interne di riconfezionare i mutui rinegoziati a partire dal 1° gennaio 2009 – il giorno entro il quale le lettere dei clienti aderenti alla rinegoziazione dovranno pervenire alla banca stessa: il rispetto di queste date è assai importante, in quanto, in caso di mancato rispetto, il cliente può vedersi rifiutare la concessione della rinegoziazione.
C'è da osservare, poi, come le circa 150 banche che hanno aderito all'accordo quadro prefigurato dall'articolo 3 del decreto legge 93/08 stiano seguendo strade diverse per procedere alla rinegoziazione.
Si iniziano, quindi, a intuire le "strategie" che i diversi istituti intendono adottare per far fronte a questa incombenza. Lo si evince dalle lettere e dagli schemi di proposta di cui «Il Sole 24 Ore» è venuto in possesso (si veda il facsimile pubblicato a fianco).
Mentre alcune banche si affidano, per esempio, alla contrattazione per corrispondenza, altre puntano al contatto diretto. Capiterà così che alcuni clienti saranno messi nelle condizioni di concludere l'operazione a distanza mentre altri dovranno per forza di cose recarsi presso le filiali.
Nel primo caso, i mutuatari in difficoltà che hanno diritto alla rinegoziazione coattiva riceveranno a casa un corposo plico di documenti e potranno, appunto, limitarsi a compilare i moduli (compresa la dichiarazione sostitutiva di un atto di notorietà) e a rispedirli al mittente. In questa eventualità – e sarà il caso specialmente delle banche che non hanno sportelli – il rapporto banca/cliente sarà perciò esclusivamente cartaceo (salva l'istituzione di appositi call center): la banca invierà al cliente diversi documenti e il cliente, se aderisce alla rinegoziazione, dovrà restituire la documentazione firmata entro il termine indicato nella proposta di rinegoziazione formulata dalla banca.
La banca che sceglie o che deve necessariamente seguire la strada del rapporto solamente epistolare, per esempio, potrebbe inviare al domicilio del cliente:
- una lettera esplicativa della possibilità di rinegoziazione;
- una simulazione personalizzata di prosecuzione del mutuo nella forma attualmente in corso e nella forma rinegoziata (in modo che il cliente possa fare un calcolo di convenienza);
- un facsimile di dichiarazione sostitutiva di atto notorio (che il cliente deve sottoscrivere per assumersi la responsabilità della veridicità dei dati forniti alla banca);
- il testo del contratto di rinegoziazione;
- un riassunto delle principali clausole del contratto di rinegoziazione.
Nel secondo caso - quello basato sul contatto diretto banca-cliente – i mutuatari potrebbero ricevere, invece, una semplice missiva contenente informazioni sommarie sulle opzioni in campo con l'invito a rivolgersi all'ufficio della banca presso cui hanno stipulato il mutuo per:
- ottenere ulteriori chiarimenti sulle chance offerte dal decreto Tremonti e sugli strumenti alternativi introdotti dal decreto Bersani;
- vagliare la propria posizione personale e quindi i "numeri" (per esempio importo della rata e tasso) con cui avrebbe a che fare in caso di adesione alla rinegoziazione;
- e, infine, sottoscrivere la lettera di accettazione della rinegoziazione.
Per soppesare la convenienza delle varie soluzioni sul tappeto occorrerà, comunque, valutare con attenzione la propria situazione e i propri margini di manovra. C'è da aspettarsi che in non pochi casi, nonostante qualsiasi sforzo di chiarezza le banche facciano, i clienti finiscano per non capire con esattezza di cosa si tratti e in cosa consista la rinegoziazione.
Si tratta, infatti, di materia assai complessa anche per gli addetti ai lavori e non è difficile immaginarsi che l'arrivo a casa di un pacco di documenti di tale tecnicità possa produrre un effetto di scoraggiamento o di non completa consapevolezza sull'operazione da compiere.