Ci mancava anche il maxiesperimento di fisica in Svizzera! Siamo già spaventati da tg e giornali che parlano di continuo di inquinamento, criminalità, uragani, carestie e guerre: adesso arriva l'allarme per l'acceleratore di particelle che, udite! udite!, potrebbe far finire il nostro povero mondo...
Simona Vinarelli
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L'appuntamento è per oggi. Come dice la copertina di Newsweek, per il più grande esperimento nella storia dell'uomo. E anche il più costoso, otto miliardi di dollari per scavare un tunnel circolare di 27 chilometri e 100 metri sotto Ginevra. Un gigantesco acceleratore di particelle: è dal loro scontro, lanciate ad energia smisurate, che i fisici si aspettano di ricreare le condizioni dell'universo appena dopo il big bang primigenio. Gli scienziati fanno la posta a un tipo inafferrabile, il bosone di Higgs. Non mi chieda di spiegarglielo, perché non lo so. Del resto, nessuno l'ha mai visto; però il meccanismo pensato appunto da Peter Higgs lo presuppone come necessario. Avrebbe, infatti, un gran mestiere nella struttura della materia. Otto miliardi, dunque, per un bosone. Che di per sé, passato il primo iniziale disagio, ha un suono tranquillante, come di animale domestico. Come potrebbe essere in altro modo: in fin dei conti, se non ci fosse lui non ci saremmo neanche noi. Ma c'è chi pensa che a cercarlo si corra un rischio mortale e che oggi potrebbe essere l'ultimo dei nostri giorni. Girato l'interruttore di Ginevra, scatenate le energie primordiali, tutto si accartoccerebbe nella gravità invincibile di un mostruoso buco nero, che inghiottirebbe la Terra e, immagino, anche lei e me. Capitasse, sappia che è stato bello rispondere alla sua lettera.