Il Governo accende i motori sull'annunciato rilancio del nucleare. A primavera sarà presentato un Piano Energetico Nazionale - ridando al paese quello strumento di programmazione energetica, il "Pen", abbandonato nei primi anni '90 - nel quale sarà previsto «l'avvio» della produzione con l'atomo.
«Bisogna recuperare il tempo perduto» spiega lo stesso presidente del consiglio Silvio Berlusconi, a margine della presentazione del nuovo rigassificatore di Rovigo, anche per eliminare quelle «negatività» tutte italiane che vedono le famiglie e le imprese «pagare bollette del 35% superiori al resto d'Europa». «Noi, paese di Enrico Fermi - scopritore dell'atomo - siamo a zero sul concorso del nucleare alla produzione elettrica mentre in Francia, ad esempio, rappresenta l'85%». E mentre il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, gli fa eco parlando di nucleare come unica «strada per costi più competitivi», il premier spiega di aver avuto contatti con i premier inglese e francese, Gordon Brown e Nicolas Sarkozy, e aver «stretto collaborazioni per disporre del loro konw how per costruire in Italia e all'estero» impianti di terza generazione.
Dal fronte delle imprese, intanto, l'ad della Edison Umberto Quadrino si dice pronto «alla nuova sfida», a «dare il proprio contributo».
Punti centrali del nuovo piano energetico saranno così la diversificazione delle fonti di approvvigionamento - la cui mancanza ci ha portato a «rischi blackout», ha ricordato il premier - per dare al paese maggior sicurezza, l'avvio del nucleare e lo sviluppo di fonti rinnovabili. Una strategia che punterà - ha ribadito ancora - a riportare «l'Italia, per quanto riguarda i costi energetici, sullo stesso livello delle altre famiglie e imprese europee». «Siamo certi che il nucleare sia l'unica strada per garantire costi competitivi nel pieno rispetto dell'ambiente», ha invece sottolineato Scajola, che per quanto riguarda il Piano energetico ha spiegato come sia necessario tornare alla programmazione, «maggiore sicurezza sul fronte degli approvvigionamenti e per dare certezze alle nuove generazioni», oltre a ridurre i costi dell'energia. La bolletta energetica italiana - ha ricordato - è «pari a 60 miliardi di euro l'anno: va ridimensionata perchè si attesta a livelli pari all'export del nostro Paese nei primi sette mesi dell'anno, vanificando il lavoro degli imprenditori» del Mady in Italy. Il piano - ha concluso - oltre al rilancio del nucleare, punterà anche sul carbone pulito, sulle rinnovabili, sulla efficienza energetica ed sulla valorizzazione delle risorse di idrocarburi nel paese non ancora sfruttati: «sotto terra abbiamo un valore stimato intorno ai 100 miliardi di euro» ha aggiunto.